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Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Torture in carcere: Procura invoca processo per 105 agenti. Due in abbreviato

Altri detenuti formalizzano istanza di costituzione di parte civile. Richiesta di non luogo a procedere per un poliziotto: non era al penitenziario il giorno delle torture

Sono 105 le richieste di rinvio a giudizio formulate dal pubblico ministero Alessandro Milita nel corso dell'udienza preliminare per l'inchiesta sulle torture al carcere di Santa Maria Capua Vetere avvenute il 6 aprile del 2020. 

La richiesta della Procura è arrivata al termine della requisitoria pronunciata all'aula bunker di Santa Maria Capua Vetere dinanzi al gup Pasquale D'Angelo del tribunale sammaritano. La Procura aveva chiesto il patteggiamento per ben 32 imputati. Istanza rispedita al mittente dalle difese. Solo due degli imputati hanno optato per il rito abbreviato: Angelo Di Costanzo, difeso dall'avvocato Massimiliano Di Fuccia, e Vittorio Vinciguerra, difeso dall'avvocato Gerardo Marrocco. I pm hanno poi avanzato richiesta di non luogo a procedere per il solo Luigi Macari, difeso dall'avvocato Carlo De Stavola, che ha fornito la prova di non essere presente al carcere il giorno della mattanza. Per i restanti 105 imputati - tra agenti, funzionari del Dap e due medici - è stata formulata richiesta di processo con rito ordinario con la competenza che sarà della Corte d'Assise di Santa Maria Capua Vetere. 

Nel corso dell'udienza altri detenuti ed altre associazioni hanno formalizzato l'istanza di costituirsi parte civile. Il giudice D'Angelo si è riservato sull'ammissione alla prossima udienza, calendarizzata fra due settimane. Poi si procederà con le discussioni delle parti civili e dei difensori degli imputati. Complessivamente sono già oltre 90 le parti civili ammesse tra detenuti, Ministero della Giustizia, Asl, i garanti nazionale e regionale per i diritti dei detenuti oltre ad alcune associazioni. Tra gli avvocati che difendono i detenuti vittime delle aggressioni ci sono: Carmine D'Onofrio (tra i primi a depositare una denuncia per uno dei detenuti facendo avviare l'indagine), Luca Viggiano, Goffredo Grasso, Fabio Della Corte, Giuseppe De Lucia, Gennaro Caracciolo, Ferdinando Letizia, Marco Argirò, Pasquale Delisati, Andrea Balletta e Giovanni Plomitallo. A rappresentare l'Asl di Caserta, invece, l'avvocato Marco Alois mentre l'avvocatura dello Stato si è costituita per il Ministero della Giustizia.  Asl e Ministero della Giustizia sono stati citati anche in qualità di responsabili civili. 

Tra i difensori degli imputati sono impegnati - tra gli altri - gli avvocati Giuseppe Stellato, Mariano Omarto, Vittorio Giaquinto, Carlo De Stavola, Raffaele Costanzo, Angelo Raucci, Roberto Barbato, Dezio Ferraro, Elisabetta Carfora, Domenico Di Stasio, Valerio Stravino, Gerardo Marrocco, Massimo Trigari, Luca Di Caprio, Mario Corsiero, Rossana Ferraro, Ernesto De Angelis, Claudio Botti, Vitale Stefanelli, Michele Spina, Fabrizio Giordano, Raffaele Russo, Valerio Alfonso Stravino, Antonio Leone, Domenico Pigrini, Ciro Balbo, Dario Mancino, Natalina Mastellone, Gabriele Piatto, Massimiliano Di Fuccia, Carlo De Benedictis, Rosario Avenia, Domenico Scarpone, Eduardo Razzino e Nicola Russo. 

Agli indagati sono stati contestati, a seconda delle loro rispettive posizioni e partecipazioni alla rappresaglia in carcere, i delitti di tortura pluriaggravati ai danni di numerosi detenuti, maltrattamenti pluriaggravati, lesioni personali pluriaggravate, abuso di autorità contro detenuti, perquisizioni personali arbitrarie, falso in atto pubblico (anche per induzione) aggravato, calunnia, frode processuale, depistaggio, favoreggiamento personale, rivelazioni indebite di segreti d’ufficio, omessa denuncia e cooperazione nell’omicidio colposo ai danni del detenuto Hakimi Lamine, deceduto in carcere il 4 maggio 2020. 

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