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Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Torture in carcere, le accuse tra agenti imputati restano fuori dal maxi processo

La Corte d'Assise non acquisisce le annotazioni dei carabinieri sul riconoscimento degli autori dei pestaggi

Le annotazioni di servizio del brigadiere Medici dei carabinieri, escusso sul video di 3 ore e mezzo sulle torture al carcere di Santa Maria Capua Vetere avvenute il 6 aprile del 2020, restano fuori dal processo. 

Lo ha deciso la Corte d'Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Roberto Donatiello (a latere Honoré Dessi), nel maxi processo che vede imputate 105 persone tra funzionari del Dap, agenti della polizia penitenziaria e due medici. La Corte ha respinto la richiesta della Procura che ha provato a far acquisire le annotazioni sul riconoscimento di alcuni degli imputati effettuata anche attraverso l'escussione di terzi (in prevalenza coimputati).

"L'esame dell'atto posto in visione alla Corte (il video nda) dimostra come si tratti di un'attività che segue all'interrogatorio del coimputato, ad un momento in cui l'attività investigativa era già in una fase avanzata e che si tratta, pertanto, di una documentazione funzionale allo svolgimento dell'attività investigativa", si legge nell'ordinanza dei giudici. 

Intanto si è concluso il lungo esame da parte dei pm del brigadiere Medici che ha descritto il lungo video delle torture poste in essere nel reparto Nilo del carcere di Santa Maria Capua Vetere. Mercoledì toccherà alle difese interrogare il militare. 

I fatti di cui al processo sono accaduti il 6 aprile del 2020 dopo che il giorno precedente ci fu una protesta dei detenuti in seguito al primo contagio Covid nel penitenziario. La reazione degli agenti fu durissima: bisognava ripristinare l'ordine adottando il "sistema Poggioreale". Circa 200 agenti entrarono in reparto per una perquisizione straordinaria. I detenuti vennero fatti uscire dalle celle e pestati con i manganelli ed umiliati. Molti vennero fatti inginocchiare in una sala dedicata alla socialità con gli agenti che di tanto in tanto li percuotevano. A qualcuno vennero tagliati i capelli e la barba. Scene da macelleria messicana riprese dalle telecamere della videosorveglianza installata in reparto che ripresero anche il pestaggio di un detenuto in carrozzina.

Tra gli avvocati che difendono i detenuti vittime delle aggressioni ci sono: Carmine D'Onofrio (tra i primi a depositare una denuncia per uno dei detenuti facendo avviare l'indagine), Mirella Baldascino, Luca Viggiano, Goffredo Grasso, Elvira Rispoli, Fabio Della Corte, Giuseppe De Lucia, Gennaro Caracciolo, Ferdinando Letizia, Marco Argirò, Pasquale Delisati, Andrea Balletta e Giovanni Plomitallo. A rappresentare l'Asl di Caserta, invece, l'avvocato Marco Alois mentre l'avvocatura dello Stato si è costituita per il Ministero della Giustizia.  Asl e Ministero della Giustizia sono stati citati anche in qualità di responsabili civili. 

Tra i difensori degli imputati sono impegnati - tra gli altri - gli avvocati Giuseppe Stellato, Mariano Omarto, Vittorio Giaquinto, Carlo De Stavola, Raffaele Costanzo, Angelo Raucci, Roberto Barbato, Dezio Ferraro, Elisabetta Carfora, Domenico Di Stasio, Valerio Stravino, Massimo Trigari, Luca Di Caprio, Mario Corsiero, Rossana Ferraro, Ernesto De Angelis, Claudio Botti, Vitale Stefanelli, Michele Spina, Fabrizio Giordano, Raffaele Russo, Valerio Alfonso Stravino, Antonio Leone, Domenico Pigrini, Ciro Balbo, Dario Mancino, Natalina Mastellone, Gabriele Piatto, Carlo De Benedictis, Rosario Avenia, Domenico Scarpone, Eduardo Razzino e Nicola Russo.

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