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Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Torture in carcere, detenuto lasciato senza acqua: "Devi morire come un cane"

Il racconto agghiacciante agli inquirenti: "Per essere visitato dal medico mi sono tagliato su un braccio"

"Ho chiesto l'acqua ed un medico ma di tutta risposta mi venivano proferite le seguenti parole: 'devi morire come un cane'". E' questo uno dei passaggi denunciati agli organi inquirenti da uno dei detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere, tra le vittime della rappresaglia dello scorso 6 aprile - ribattezzata 'Mattanza della Settimana Santa' - per la quale sono in corso indagini da parte della Procura. 

L'uomo dopo il pestaggio subito venne condotto in una cella dove gli agenti della penitenziaria si sarebbero accaniti nei suoi confronti afferrandolo per i capelli e la barba e sbattendolo con la testa contro una porta blindata. Un pestaggio durato circa una ventina di interminabili minuti. 

"La sera non mi è stata servita la cena, né tantomeno l'acqua", ha riferito il detenuto nel suo agghiacciante racconto. Alla richiesta di acqua la risposta fu: "Devi morire come un cane". Per ottenere l'intervento di un medico il recluso provocò lesioni ad un braccio con un pezzo di latta. 

Secondo il suo racconto, gli episodi di violenza non sarebbero stati circoscritti a quello di aprile. Ci sarebbe stata una "squadretta" di agenti con il compito di intervenire "energicamente" in caso di bisogno come accaduto a febbraio quando la 'squadretta' intervenne in seguito ad una lite tra detenuti. 

Sugli episodi di violenza a Santa Maria Capua Vetere si è occupata anche la trasmissione 'Report' con il servizio che andrà in onda lunedì 18 gennaio.  

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