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Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Torture in carcere, intimidazioni e minacce agli agenti. “Garante alimenta clima d’odio, venga revocato”

Di Giacomo (SPP) attacca: “Ha avuto accesso ai filmati?”. Stilettata anche alla Belcuore

Non si placano le polemiche dopo l’inchiesta sulle torture in carcere a Santa Maria Capua Vetere che ha coinvolto 52 esponenti dell’amministrazione e della polizia penitenziaria. Nonostante gli appelli ad abbassare i toni che arrivano da più fronti, la ‘dinamite’ dell’indagine non si riesce a disinnescare. Ad alzare ancora i toni sono state le parole del garante dei detenuti della Campania Samuele Ciambriello che, lunedì, in conferenza stampa ha parlato di “immagini ancora più raccapriccianti” nelle mani degli inquirenti.

Parole che hanno scatenato la reazione del segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo: “Le affermazioni del Garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello, per il quale sui fatti di Santa Maria Capua Vetere ci sarebbero “immagini più raccapriccianti”, sono di una gravità assoluta ed alimentano il clima d’odio nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria e di destabilizzazione del Corpo; come è inopportuno sostenere “oltre il danno la beffa” in relazione al trasferimento dei detenuti di Santa Maria. Ci vediamo, pertanto, costretti a chiedere al Presidente della Regione Campania De Luca la revoca e sostituzione del Garante”.

Il sindacalista aggiunge: “Ciambriello dovrebbe spiegare come fa a dire queste cose, come se avesse avuto accesso ai filmati, un’eventualità impossibile. Le stesse considerazioni valgono per Emanuela Belcuore, garante dei detenuti di Caserta, che invoca indulto ed amnistia per i detenuti rilevando espressamente qual è l’obiettivo che si intende perseguire con questa campagna che ha già duramente colpito e provato oltre 37 mila uomini e donne al servizio dello Stato”.

Da più parti d’Italia, continua Di Giacomo, “colleghi ci riferiscono di tentativi di intimidazioni e danneggiamenti di cui sono oggetto che mettono persino a rischio la propria incolumità e delle loro famiglie, che oramai non si possono più considerare episodici. Noi non ci stancheremo di condannare quanto è accaduto nel carcere casertano e di chiedere l’accertamento severo di ogni responsabilità sull’operato di chi ha infangato la divisa e l’onorabilità e correttezza di tutto il resto del personale penitenziario ma – dice Di Giacomo – non staremo a braccia conserte ad assistere agli attacchi, purtroppo non solo verbali in trasmissioni tv e scritti sui giornali, contro chi svolge il proprio lavoro con sacrificio, professionalità e senso dello Stato. Per questo confidiamo nell’azione che il Ministro Cartabia ha annunciato di mettere in campo per la difesa del Corpo e per respingere tentativi palesi ed occulti di destabilizzazione, approfittando della situazione per far rientrare proposte bocciate in Parlamento di indulto ed amnistia, tradendo in questo modo, di netto e duramente, la Costituzione”.

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