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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Coinvolta nell'inchiesta torture, dirigente della penitenziaria verso la 'promozione'

Solo due le agenti con posizioni di comando a non essere sospese. Per una di loro un incarico 'a tempo' più prestigioso

Per la Procura di Santa Maria Capua Vetere sarebbero state - in qualità del loro ruolo di comando - tra le promotrici della perquisizione straordinaria sfociata nei pestaggi al carcere del 6 aprile 2020. Un'accusa che aveva portato alla richiesta di applicazione di misura cautelare - respinta dal gip Sergio Enea - nei confronti di Nunzia Di Donato, responsabile del nucleo operativo traduzioni e piantonamenti della casa circondariale "Francesco Uccella", e Tiziana Perillo,  responsabile del nucleo operativo traduzioni e piantonamenti del carcere di Avellino intervenuta a Santa Maria Capua Vetere in quanto facente parte del gruppo di supporto agli interventi. 

Nonostante le pesanti accuse, le due dirigenti della penitenziaria sono rimaste al loro posto. O meglio, Perillo è rimasta ad Avellino mentre Di Donato è restata in servizio a Santa Maria Capua Vetere, mantenendo addirittura la titolarità dell'aula bunker dove si sta celebrando l'udienza preliminare in cui è imputata, fino a qualche mese fa quando è stata assegnata in via provvisoria presso gli uffici superiori del Provveditorato Regionale dell'Amministrazione penitenziaria di Napoli, andando a ricoprire l'incarico di direttore di sezione delle traduzioni regionali all'interno del tribunale di Napoli. Una 'mansione superiore', quasi una promozione. 

Non solo. Di Donato e Perillo hanno mantenuto anche gli stessi livelli salariali non essendo state sospese, a differenza di altri agenti coinvolti nelle medesime contestazioni. Secondo la Procura avrebbero partecipato alla riunione presso l'ufficio di Manganelli in cui venne decisa la 'perquisizione' al reparto Nilo ma poi - come motiva il gip nel rigettare la richiesta di misura - non si comprende "quali siano i compiti alle stesse attribuiti" né se effettivamente abbiano partecipato alla 'perquisizione'. Ed a 2 anni dai fatti, Di Donato avrebbe anche maturato la possibilità per uno scatto di carriera che dovrebbe avvenire nei prossimi mesi raggiungendo il traguardo di primo dirigente. Una situazione che ora è finita all'attenzione dei sindacati di categoria. 

Intanto, presso l'aula bunker di Santa Maria Capua Vetere prosegue l'udienza preliminare a carico dei 106 imputati - tra agenti, funzionari del Dap e medici. Nel corso dell'udienza celebrata dinanzi al gup Pasquale D'Angelo hanno discusso per le rispettive posizioni gli avvocati Giuseppe Stellato e Carlo De Stavola. Si torna in aula a fine mese. Tra gli altri difensori impegnati figurano gli avvocati Mariano Omarto, Vittorio Giaquinto, Raffaele Costanzo, Angelo Raucci, Roberto Barbato, Dezio Ferraro, Elisabetta Carfora, Domenico Di Stasio, Valerio Stravino, Gerardo Marrocco, Massimo Trigari, Luca Di Caprio, Mario Corsiero, Rossana Ferraro, Ernesto De Angelis, Claudio Botti, Vitale Stefanelli, Michele Spina, Fabrizio Giordano, Raffaele Russo, Valerio Alfonso Stravino, Antonio Leone, Domenico Pigrini, Ciro Balbo, Dario Mancino, Natalina Mastellone, Gabriele Piatto, Massimiliano Di Fuccia, Carlo De Benedictis, Rosario Avenia, Domenico Scarpone, Eduardo Razzino e Nicola Russo. 

Tra gli avvocati che difendono i detenuti vittime delle aggressioni ci sono: Carmine D'Onofrio (tra i primi a depositare una denuncia per uno dei detenuti facendo avviare l'indagine), Luca Viggiano, Goffredo Grasso, Fabio Della Corte, Giuseppe De Lucia, Gennaro Caracciolo, Ferdinando Letizia, Marco Argirò, Pasquale Delisati, Andrea Balletta, Giovanni Plomitallo, Antimo Busico e Cristian Aniello. A rappresentare l'Asl di Caserta, invece, l'avvocato Marco Alois mentre l'avvocatura dello Stato si è costituita per il Ministero della Giustizia. Asl e Ministero della Giustizia sono stati citati anche in qualità di responsabili civili. 

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