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Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Torture in carcere, chiuse le indagini: 120 indagati

Le persone offese sono 177. La Procura si appresta a chiedere il rinvio a giudizio

La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha chiuso le indagini sulle torture nel carcere ‘Uccella’ ed oggi ha depositato gli atti nei confronti di 120 persone, quasi tutti agenti della polizia penitenziaria, sottoposte ad indagini preliminari.

Le accuse: dalla tortura al depistaggio

Agli indagati sono stati contestati, a seconda delle loro rispettive posizioni e partecipazioni alla rappresaglia in carcere, i delitti di tortura pluriaggravati ai danni di numerosi detenuti, maltrattamenti pluriaggravati, lesioni personali pluriaggravate, abuso di autorità contro detenuti, perquisizioni personali arbitrarie, falso in atto pubblico (anche per induzione) aggravato, calunnia, frode processuale, depistaggio, favoreggiamento personale, rivelazioni indebite di segreti d’ufficio, omessa denuncia e cooperazione nell’omicidio colposo ai danni del detenuto Hakimi Lamine, deceduto in carcere il 4 maggio 2020.

"Identificate 177 persone offese"

“In considerazione dell’elevato numero delle persone offese, che sono 177 - spiega in una nota il capo della Procura Maria Antonietta Troncone - si è disposti di procedere alla notificazione per pubblici annunzi, con conseguente deposito dell’atto nella casa comunale di Santa Maria Capua Vetere, l’inserimento, per estratto, nella Gazzetta Ufficiale, e la pubblicazione sul sito della Procura della Repubblica sei Santa Maria Capua Vetere”.

87 capi di imputazione per gli indagati

Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari sono stati elevati 87 capi di imputazione. Le indagini preliminari avevano portato, il 28 giugno scorso, all’esecuzione di 52 ordinanze applicative di misure cautelari personali a carico di altrettante persone in servizio presso diversi uffici del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria della Campania, principalmente presso la casa circondariale ‘Francesco Uccella’ di Santa Maria Capua Vetere.

Torture su 41 detenuti

Per gli abusi, pestaggi, lesioni, maltrattamenti e comportamenti degradanti ed inumani, attuali nella giornata del 6 aprile 2020 ed anche a seguire, era stata ritenuta la gravità indiziaria per i delitti di concorso in tortura ai danni di 41 detenuti del carcere; inoltre sono stati ritenuti i delitti di maltrattamento aggravato ai danni di 26 detenuti ed analogamente accertati i delitti di concorso in lesioni personali volontarie consumate ai danni di 130 detenuti. Tutti i delitti risultano aggravati dalla minorata difesa, dall’aver agito per motivi abietti o futili, con crudeltà, con abuso dei poteri e violazione dei doveri inerenti la funzione pubblica, con l’uso di arma (i manganelli) e dell’aver concorso nei delitti un numero di pesce di gran lunga superiore alle cinque unità.

La Procura: "Misure cautelari confermate quasi tutte"

“E’ da sottolineare - evidenzia il capo della Procura in una nota - che le misure cautelari disposte dal gip sono state, per la quasi totalità, confermate dal tribunale per il riesame di Napoli, venendo così validata la sussunzione delle condotte rispetto ai delitti contestati nonché la riferibili soggettiva delle azioni stesse agli indagati, destinata delle misure. Sedici misure cautelare sono state confermate, 6 sono state sostituite in forma gradata, 2 ordinanze sono state annullate per carenza delle esigenze cautelari, e solo una è stata annullata. Gli altri ricorsi sono stati dichiarati inammissibili”.

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