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Cronaca

Titolare pescheria condannato per usura

Il giudice ha inflitto 2 anni e 8 mesi di reclusione. La vittima non riuscì a saldare un debito per effetto del lockdown

Condanna a 2 anni ed 8 mesi di reclusione per Luigi P., 30enne casertano imprenditore nel campo ittico, ritenuto responsabile dei reati di usura ed estorsione (tentata e consumata) ai danni di un imprenditore di Caserta, P. D. M. operante nell'organizzazione di eventi e spettacoli.

È quanto stabilito dal Giudice per le Indagini Preliminari Ivana Salvatore del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che ha dichiarato colpevole l'imprenditore ittico per i reati a lui ascritti oltre a disporre la confisca delle somme di denaro nella sua disponibilità sino a concorrenza dell'importo di 70.000 euro. L'imprenditore ittico è stato altresì condannato al risarcimento dei danni subiti dalle costituite parti civili da quantificarsi in 70.000 euro oltre alle accessorie spese legali pari a 2.000 euro.

Luigi P., difeso dagli avvocati Alfonso Iovino e Carlo Ercolino, venne tratto in arresto il primo aprile di quest'anno (attualmente è ristretto agli arresti domiciliari) dalla guardia di finanza di Caserta a seguito di una attività di indagine coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere che mediante l'ausilio di intercettazioni e appostamenti disveló l'esistenza di un debito intercorrente tra l'imprenditore ittico e l'organizzatore di eventi originariamente di 10.000 euro e poi lievitato per effetto di interessi usurai a 190.000.

Secondo quanto denunciato da P. D. M., costituitosi parte civile con gli avvocati Gianluca Giordano e Andrea Balletta, nel novembre 2019 per far fronte ad impellenti esigenze finanziarie legate alla propria attività e non riuscendo più a districarsi tra gli istituti di credito si rivolse all'amico facoltoso Luigi P. L'organizzatore di eventi confidava di poter restituire il debito con lo storico amico in tempi brevi grazie alla programmazione degli eventi 2020. Inizialmente venne corrisposta da Luigi P. una somma di 10.000 euro con la promessa di restituzione di 15.000 euro da versare nel mese successivo con l'applicazione di un tasso di interesse usuraio secondo la pubblica accusa (che ha richiesto 4 anni e 4 mesi di reclusione) pari al 600%.

Per effetto del lockdown P. D. M non riuscì a saldare il debito contratto con l'amico  a da qui le pretese di Luigi P. di ottenere quanto 'prestato'. Per effetto dei ritardi nei pagamenti il debito lievitó a 190.000 euro. I ritardi poi si trasformarono in minacce e P. D. M per sottrarsi a ciò racimoló tra amici e parenti la somma di 70.000 euro per saldare una parte del debito fino alla denuncia alle fiamme gialle casertane. Al processo si è costituita parte civile anche l'Associazione Nazionale Antiraket ed Antiusura Sos Impresa di cui è presidente Luigi Cuomo, che accompagnò la vittima a presentare la denuncia presso la Guardia di Finanza di Caserta.

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