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Cronaca San Cipriano d'Aversa

Tentato omicidio di camorra, nessun risarcimento per la "basista"

Pagano è stata assolta per le accuse ma per i giudici il suo atteggiamento è stato ambiguo

Si era adoperata per trovare un alloggio ai sicari del clan dei Casalesi e nel tenerli informati sugli spostamenti della vittima, Francesco Panaro, esponente del gruppo criminale Cantiello-Tavoletta in guerra con il clan rivale dei Bidognetti. Per questo motivo venne arrestata Esterina Pagano, 62 anni di San Cipriano d'Aversa, meglio nota come "a' sgarra". Accuse per le quali è stata assolta chiedendo il risarcimento per l'ingiusta detenzione patita tra il 2012 ed il 2013. Ma la sua istanza è stata rigettata dalla Corte di Cassazione.

Per i giudici della Suprema Corte "numerosi erano gli indizi che gravavano sulla Pagano rappresentati, in particolare, dalle chiamate in correità effettuate dai collaboratori di giustizia e coimputati Di Caterino Emilio e Cesarano Alfonso ed ulteriormente avvalorate da diverse intercettazioni telefoniche disposte nell'ambito dell'operazione «Domitia». Da tale materiale probatorio emergeva come fosse stata proprio la Pagano, detta «a sgarra», a chiedere al Di Caterino di ospitare presso la sua abitazione i soggetti materialmente incaricati di uccidere il Panaro nonché a mantenere i contatti con gli stessi durante il periodo in cui erano rimasti appostati, armati, nell'abitazione in attesa del momento propizio per commettere l'azione omicidiaria progettata, tenendoli informati sugli spostamenti della vittima.

È evidente che tale condotta - proseguono i giudici - integra gli estremi del dolo o quantomeno della colpa grave, atteso che la Pagano si era adoperata, una volta informata del progetto di uccidere un esponente di un clan rivale, per procurare una base al gruppo dei sicari e per tenerli attivamente informati, offrendo così un contributo effettivo alla realizzazione del progetto, tale da contribuire ad ingenerare la falsa apparenza della sua penale responsabilità e, dunque, da porsi come concausale rispetto all'emissione e al mantenimento della misura cautelare coercitiva. Peraltro, a fronte di tali emergenze probatorie, la Pagano, in sede di interrogatorio di garanzia, non offriva una propria alternativa versione dei fatti, in quanto si avvaleva della facoltà di non rispondere".

Il gruppo dei killer avrebbe dovuto uccidere Pagano nel febbraio del 2001 ma il delitto non venne consumato per l'arresto di uno dei sicari prima che entrasse in azione.

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