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Cronaca Casal di Principe

"Sono il cugino di Nicola Schiavone", stangata al Tar per un imprenditore

I giudici amministrativi confermano l'interdittiva antimafia. Minacce per le slot ad un commerciante

"Sono il cugino di Nicola Schiavone". Così un imprenditore del beneventano si era rivolto ad un altro commerciante per farsi consegnare la somma di 4mila euro o, in alternativa, installare presso il suo esercizio le slot machine da lui fornite. Ora per l'uomo arriva anche la stangata del Tar della Campania che ha confermato l'interdittiva antimafia emessa a suo carico da parte della Prefettura di Benevento.

Il provvedimento dell'Ufficio di Governo trova le sue origini in un'inchiesta che nel 2016 aveva portato a 5 arresti. Interdittiva che è stata impugnata anche alla luce del Riesame che aveva parzialmente scagionato l'imprenditore pur restando "incontestata la circostanza che per il raggiungimento dello scopo era stata vantata la parentela con un capo clan e che tale modus agendi si poteva ritenere sintomatico dei criteri con cui - l'imprenditore - svolgeva la propria attività d’impresa". 

Per i giudici del Tar "non è smentito che - la persona che accompagnò l'imprenditore dall'altro commerciante - fosse persona pregiudicata e vicina ad un potente clan mafioso locale (appartenente al clan dei Casalesi nda) né che costui sia intervenuto ad un incontro destinato a sollecitare il pagamento di un debito della parte offesa nei confronti dello stesso. Ed è su tali elementi che il Prefetto di Benevento ha ritenuto l’immanenza di un rischio di infiltrazione mafiosa, presupponendo e per nulla ignorando né la ricostruzione dell’accaduto prospettata dai protagonisti, né il giudizio del Tribunale del Riesame. Secondo il condivisibile principio del “più plausibile che non”, affermato nella più recente giurisprudenza del Consiglio di Stato la decisione dell'imprenditore di farsi accompagnare ad un incontro per la riscossione di un credito da un soggetto pregiudicato e aderente ad un’organizzazione criminale, senza che di tale coinvolgimento fosse stata data una convincente giustificazione alternativa, rende del tutto corretta la valutazione prefettizia di sussistenza di idonei indizi di contiguità mafiosa".

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