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Cronaca San Cipriano d'Aversa

Casalesi in trasferta, interdittiva antimafia al cugino del boss

Per il Tar dell'Emilia Romagna le parentele pericolose possono "condizionare" l'impresa di costruzioni

Non può essere iscritto alla white list delle imprese perchè è il cugino di Raffaele Diana, alias Rafilotto, esponente di spicco della fazione Schiavone del clan dei Casalesi, e tali rapporti di parentela possono portare ad un'influenza mafiosa nelle decisioni della ditta.

E' questa in sintesi la decisione, messa nero su bianco, dai giudici del Tar di Bologna che hanno respinto il ricorso presentato da Cipriano Pagano, imprenditore di San Cipriano d'Aversa trapiantato in Emilia Romagna e titolare della Pim Costruzioni, a cui la prefettura di Modena ha negato la possibilità di iscrizione alla white list e per la quale la Prefettura di Caserta ha disposto l'interdittiva antimafia.

Ad avviso del tribunale amministrativo pesano i rapporti di parentela sia con Raffaele Diana, alias Rafilotto, cugino del ricorrente, sia con Felice Pagano, fratello del titolare dell'azienda ed arrestato per associazione mafiosa nel 2009.

"Tramite i riferiti legami familiari - scrivono i giudici nella loro sentenza - la suddetta consorteria (il clan dei Casalesi nda) può condizionare l’attività dell’impresa individuale di cui il ricorrente è titolare o comunque ingerirsi nelle decisioni aziendali". Alla luce di ciò Pagano si è visto respingere il ricorso ed è stato condannato a pagare 4mila euro per le spese legali in favore del Ministero dell'Interno, costituitosi in giudizio.

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