Ambulatorio nel centro diagnostico, accolto ricorso dopo no dell'Asl
Il Tar dà ragione alla società: "Indiscriminata paralisi dell'iniziativa economica privata"
Accolto il ricorso di una società di diagnostica di Curti che ha impugnato il rigetto da parte dell'Asl dell'autorizzazione all'ampliamenti della struttura al fine di poter effettuare prestazioni di cardiologia in regime ambulatoriale.
Alla base del diniego il fatto che non vi fosse il fabbisogno sul territorio per tale tipo di attività specialistica. La struttura sanitaria, col patrocino dell'avvocato amministrativista di Caserta, Pasquale Marotta, ha proposto, quindi, ricorso al Tar Campania. Nel ricorso, il legale ha sostenuto che il criterio del fabbisogno, invocato dall’Asl, può valere per le richieste di accreditamento ma non anche per le richieste di autorizzazioni sanitarie finalizzate a poter svolgere prestazioni in regime ambulatoriale.
Il criterio del fabbisogno, ha sostenuto il legale, non può giustificare un indiscriminato blocco delle autorizzazioni e ciò in quanto tale orientamento dell’Asl finisce per penalizzare oggettivamente l’iniziativa privata di una struttura sanitaria che comunque risulti in possesso dei requisiti organizzativi, operativi e funzionali previsti per ottenere l’autorizzazione. La tesi dell’avvocato Marotta è stata condivisa dal Tar Campania che ha accolto il ricorso.
Per i giudici, "sebbene la previa determinazione del fabbisogno costituisca un elemento imprescindibile e sia giustificata la fissazione di un ordine di priorità per le richieste di prestazioni sanitarie, ciò non può tuttavia risolversi in una indiscriminata paralisi dell'iniziativa economica privata (soprattutto se svolta senza oneri a carico del servizio sanitario), occorrendo in tal caso effettuare una verifica concreta e puntuale".