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Cronaca San Felice a Cancello

"De Lucia mi chiese soldi ed assunzioni di persone legate alla camorra"

Il consulente della Ecologica Impianti accusa il sindaco in aula: "Ho ricevuto pressioni"

E' uno dei principali accusatori dell'amministrazione di Pasquale De Lucia nell'ambito dell'inchiesta sulla tangentopoli sanfeliciana. Oggi è stata la volta al banco dei testimoni di Antonio Scialdone, consulente tecnico della Ecological Service, che ha gestito l'appalto rifiuti a San Felice a Cancello, ed anticipatore del fenomeno degli agenti provocatori, avendo incontrato un politico di Maddaloni con una cimice addosso che captò le promesse sulla gara per i rifiuti a Maddaloni in cambio di soldi ed un posto di lavoro.

L'ECCEZIONE: "E' INDAGATO". Scialdone si è presentato nell'aula del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nel primo pomeriggio. Prima di iniziare a parlare, su eccezione mossa dalle difese, il collegio presieduto dal giudice Carotenuto ha verificato l'assenza di conflitti tra il processo a carico di De Lucia e quello che vede imputato proprio di Scialdone, fermo alla fase dell'udienza preliminare e che riprenderà il prossimo mese di maggio dinanzi al Gup Campanaro.

IL LEGAME POLITICO. Scialdone poi ha iniziato a parlare, in primis dei suoi rapporti politici con il sindaco Pasquale De Lucia. "Lo conosco da diversi anni - ha rivelato ai giudici - Da quando ero funzionario del Consorzio Axa Ce 3, che gestiva tra l'altro la raccolta a San Felice a Cancello, e lui era presidente dell'assemblea dei sindaci del Consorzio. Poi quando venne costituito Ncd vi aderii come De Lucia. Ci incontrammo all'assemblea costituente del partito a Roma Tiburtina. In quell'occasione fu organizzato un autobus e viaggiammo insieme.

De Lucia aderiva a Ncd con il suo movimento Campania Futura. Dopo la costituzione del partito si avviò la campagna di tesseramento. Io costituii 3 circoli: a Vitulazio, Capodrise e Marcianise. I circoli andavano costituiti attraverso Campania Futura ed io stesso versai 600 euro, 200 per circolo, nelle mani di Rita Di Giunta".

L'APPALTO RIFIUTI. Poi Scialdone ha raccontato, interrogato dal pm Gerardina Cozzolino, l'appalto per i rifiuti a San Felice a Cancello. "Partecipammo ad una manifestazione di interesse indetta dal Comune di San Felice a Cancello - ha detto - Vincemmo la gara e nelle more dell'aggiudicazione definitiva cominciammo a lavorare grazie ad un'ordinanza del sindaco De Lucia. Già dall'inizio incontrammo difficoltà con gli operai del cantiere che lamentavano le mancate corresponsioni di alcuni stipendi dalla ditta che c'era prima. Mandammo altro personale per garantire il servizio e ci furono aggressioni fisiche. Alla fine anticipammo noi gli stipendi ed avviammo le attività. Ad aprile vantavamo crediti per oltre 300mila euro e le maestranze avviarono un'agitazione. Incontrai il sindaco che mi rassicurò dei pagamenti".

LE PRESSIONI. Ma le pressioni non giungevano solo dall'interno ma anche dall'amministrazione. "Mi chiedevano di assumere 6 unità - ha proseguito Scialdone - Circostanze che mi chiesero sia il sindaco Pasquale De Lucia sia il vicesindaco Francesco Petrone. Era soprattutto Petrone a farmi pressioni, venne più volte in azienda. In una circostanza De Lucia mi chiese un contributo da 3mila euro e l'assunzione dei sei dipendenti dicendomi che stavo anche svolgendo il servizio di raccolta a San Felice. Tra le persone da assumere c'era anche un parente di un esponente del clan Massaro e se lo avessi assunto saremmo stati tranquilli".

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