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Cronaca Casal di Principe

Il summit di camorra nella villa per cerimonie

Il caso emerge nell'inchiesta con 20 indagati

Figura anche quello che per gli inquirenti è stato un summit di camorra nell'inchiesta della Procura Antimafia di Napoli che vede 20 persone nella veste di indagati con per le accuse, a vario titolo, di associazione camorristica, corruzione, estorsione, intestazione fittizia e turbata libertà degli incanti. L'inchiesta della DDA di Napoli e dei carabinieri di Caserta passa al setaccio una serie di appalti sui quali, a parere degli inquirenti, si stavano concentrando gli interessi della camorra.

Solo due le misure cautelari notificate ad altrettanti indagati - il gip non ha ritenuto adottare provvedimenti più pesanti - a cui il Tribunale impone il divieto di esercitare attività di impresa e professionale. Tra gli indagati figurano anche il suocero (suocero, rpt) del fratello di Francesco "sandokan" Schiavone, ex boss del clan dei casalesi, e l'imprenditore che avrebbe acquistato da un poliziotto la pen drive di Swarovski trafugata dal bunker di Casapesenna dove fu stanato Michele Zagaria. Il summit in questione risale all'8 gennaio del 2015.

I carabinieri di Caserta tengono sotto controllo due cugini (che figurano tra gli indagati e sono legati da vincoli di parentela alla famiglia Schiavone). Si recano a un incontro in una nota tenuta di proprietà di un parente acquisito del fratello di Sandokan, nel Comune di Giugliano in Campania (Napoli). Una riunione a cui, sempre secondo gli inquirenti, partecipano persone ritenute a capo di due fazioni del clan dei casalesi e del clan Mallardo, organizzazione malavitosa che fa affari illeciti proprio in quella zona dell'hinterland a nord di Napoli. I militari rilevano il segnale gps della macchina dei due cugini e le intercettazioni sono piuttosto chiare riguardo la natura della riunione. Uno dei due, infatti, propone di non portarsi dietro i cellulari, "di lasciarli fuori" perchè "sono pericolosi".

L'incontro dura due ore. Due ore durante le quali si parla di denaro, di centinaia di migliaia di euro, e di appalti, anche nel settore dei rifiuti. Dall'analisi delle conversazioni dei due cugini intercettate al termine della riunione, emerge che qualcosa non è andata per il verso giusto e che uno degli interlocutori, verosimilmente colui che sarebbe il vertice del clan Mallardo, si sarebbe irritato per il coinvolgimento di un'altra persona ritenuta legata al clan dei casalesi, tirata in ballo proprio dai due cugini.

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