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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Struttura in legno abusiva, sequestrato manufatto Ristorante Amico Bio nell'Anfiteatro Campano

Santa Maria Capua Vetere - In data odierna, gli ufficiali del Nucleo operativo della Compagnia Carabinieri di Santa Maria Capua Vetere hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo in via d’urgenza disposto dalla Procura della...

In data odierna, gli ufficiali del Nucleo operativo della Compagnia Carabinieri di Santa Maria Capua Vetere hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo in via d’urgenza disposto dalla Procura della Repubblica nei confronti di: Zarzaca Bruno, nato a Capua il 10.2.1968, res. in Santa Maria Capua Vetere alla via Napoli Vivo Il n.6, in qualità di rappresentante legale della Food & Beverage S.r.l.; ritenuto responsabile della illecita realizzazione di un manufatto edilizio sito all’interno dell’area archeologica dell’Anfiteatro Romano, in Santa Maria Capua Vetere (nello specifico una struttura in carpenteria di legno, in forma due telai longitudinali a cinque campate, su un’unica navata a doppia falda, per dimensioni in stima di 18m*1om circa e superficie di circa 180 mq, integrativa rispetto a quella già ivi esistente) in violazione delle norme dettate in materia di tutela paesaggistica ed urbanistica, recando pregiudizio ai valori archeologici oggetto di protezione.

"L'attività investigativa - spiega una nota stampa della Procura articolatasi attraverso tempestiva attività di polizia giudiziaria, consentiva di riscontrare dapprima l'esistenza del predetto manufatto e successivamente la totale mancanza di qualsivoglia atto autorizzativo da parte della Soprintendenza e/o del locale Ufficio tecnico. L’area indicata, infatti, risulta oggetto di declaratoria di vincolo archeologico: da ciò consegue che l’esecuzione di opere e lavori di qualunque genere, ai sensi dell’art. 21, comma 4 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. 42/2004) ed in quanto subordinata ad autorizzazione del Soprintendente, prevede un iter burocratico-amministrativo diverso rispetto a quello riservato all’edilizia privata. A tal proposito, infatti, ai sensi dell’art. 146 D.Lgs. 42/2004, sussiste un obbligo di presentare alle amministrazioni competenti il progetto degli interventi che s’intenda intraprendere, corredato della prescritta documentazione ed astenersi dall’avviare i lavori fino a quando non venga ottenuto il citato atto autorizzativo.

Il grave quadro indiziario, attentamente valutato dall’organo inquirente, risultava pienamente confermato dalla relazione redatta dal consulente tecnico, immediatamente nominato dall’Ufficio di Procura; l’analicità della stessa ha permesso di appurare che per la realizzazione del manufatto integrativo alcuna Autorizzazione Paesaggistica era stata richiesta né, tantomeno, rilasciata. Le indagini ancora in corso permetteranno di far luce su ulteriori aspetti della complessa vicenda.

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