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Cronaca Aversa

Strisce blu del clan, Vargas: "Una quota ad un funzionario del Comune"

Il pentito racconta anche dello stabilimento balneare di famiglia affidato a Russo

"La quota per la gestione dei parcheggi a pagamento ad Aversa veniva suddivisa tra me, mio fratello Roberto Vargas, Luigi Russo (già processato con rito abbreviato nda) ed un funzionario del Comune". Sono queste le parole di Pasquale Vargas, ex esponente di spicco della fazione Schiavone del clan dei Casalesi, pronunciate nel corso del processo che lo vede imputato insieme al fratello Roberto Vargas, alla convivente Anna Ciccarelli ed a Francesco Russo, padre di Luigi.

Nel corso dell'udienza, svolta stamattina dinanzi al collegio presieduto dal giudice Rosetta Stravino del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Pasquale Vargas ha raccontato la sua versione dei fatti sia sulla vicenda della gestione, targata clan dei Casalesi, dei parcheggi sulle strisce blu ad Aversa sia sulla gestione di un lido a Fontana Bleu, a Castel Volturno. Per quanto riguarda i parcheggi Vargas ha spiegato come "vinse la ditta che indicammo noi. Il guadagno era circa 800mila euro di cui la metà andava ai vigili urbani e l'altra metà a me, mio fratello Roberto, a Luigi Russo ed un funzionario del Comune di cui non saprei indicare il nome. L'appalto era del 2008. Quando mio fratello è stato arrestato il servizio ancora non era iniziato. L'accordo era che man mano che la società prendeva i soldi versava a noi la nostra quota. Poi io a febbraio del 2010 venni arrestato e non seppi più nulla".

Sul lido, invece, la storia raccontata da Vargas in aula parte da ben più lontano, dall'inizio degli anni '80 quando "Io e mio padre abbiamo fatto un parcheggio a Fontana Bleu al Villaggio Coppola. Mio padre lavorava per Vincenzo Coppola e gestiva il parcheggio che era senza autorizzazioni". Secondo il quadro delineato da Vargas la realizzazione dei parcheggi avveniva "occupando i terreni" tra cui anche "un arenile dove venne realizzato un lido". Parcheggi e spiaggia che venivano gestiti non solo dal padre di Vargas ma anche da un altro dipendente di Vincenzo Coppola, "Ettore Puocci". "Successe che a mio padre furono fatte due multe per il parcheggio a Fontana Bleu e quello a Pinetamare. Su consiglio di Coppola facemmo risultare che l'occupazione era stata fatta da Maria Natale, moglie di Puocci ma le multe le pagò mio padre". In cambio Puocci dava a Vargas parte della spiaggia che "veniva gestita da Renato Puocci (oggi deceduto nda) figlio di Ettore".

L'abuso restò tale fino agli anni '90 quando venne "legalizzato" con una concessione demaniale. Successivamente, negli anni 2000, "Parlai con Renato Puocci e gli dissi di gestire metà spiaggia e che l'altra metà, quella di mio padre, mio fratello voleva darla in gestione a Luigi Russo". Gestione che effettivamente sarebbe iniziata "a partire dal 2007 con il Lido dei Gabbiani". Su Luigi Russo, Vargas ha riferito anche che "lavorava in un'azienda farmaceutica a Marcianise da cui si licenziò. Una parte dei soldi della liquidazione la investì in un bar ad Aversa e una parte nel lido".

Una versione quella fornita in aula che va in contrasto, per quanto concerne alcune vicende, con quella resa ai magistrati della Dda negli anni passati, come sottolineato dall'avvocato di Francesco Russo, Massimo D'Errico, che ha provato a mettere in difficoltà il collaboratore di giustizia chiedendo anche della vicenda delle armi. Nei verbali del collaboratore, infatti, le armi sarebbero state acquistate da Russo per entrambi i fratelli Vargas mentre oggi in aula Vargas ha sostenuto che "la pistola era per me". Il processo è stato rinviato ad inizio di aprile per ascoltare Roberto Vargas. 

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