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Cronaca

26 ARRESTI Fiumi di eroina nel casertano, smantellata la rete internazionale

Il "cobret" arrivava nelle piazze di spaccio grazie ai corrieri della droga

Una maxi operazione che ha visto coinvolti oltre 100 finanzieri della Compagnia di Marcianise e degli altri Reparti del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta per smantellare una vasta rete di trafficanti di sostanze stupefacenti, in particolare eroina, cocaina e marijuana, ha portato all’esecuzione dell’ordinanza del Gip del Tribunale di Napoli che ha disposto l’arresto di 26 persone.

I soggetti finiti in manette, 21 in carcere e 5 agli arresti domiciliari, sono indiziati di far parte di un’organizzazione criminale transnazionale dedita al traffico internazionale di droga, al fine di rifornire diverse piazze di spaccio nelle province di Napoli e Caserta. L’arresto è stato disposto nei confronti di 19 italiani e 7 albanesi.

L’INIZIO DELLE INDAGINI – L’inchiesta è partita nel maggio 2016, quando i militari della Compagnia della Guardia di Finanza hanno messo sotto osservazione una rete di spaccio operante nella zona di Marcianise, Capodrise, Macerata Campania e Portico di Caserta. In particolare è emerso che un negozio di Capodrise, l’autoricambi “del sole”, era utilizzato in realtà come base logistica di un gruppo formato da 4 spacciatori componenti dell’associazione a delinquere. In quella circostanza il titolar del negozio, il 42enne Salvatore Russo, era stato colto in flagranza in possesso di 250 dosi di eroina del tipo “cobret”. L’uomo è stato arrestato e condannato a 9 anni di reclusione.

LA RETE NAPOLETANA – Da questi riscontri la Dda di Napoli è riuscita a risalire ai canali di approvvigionamento della droga. Le indagini hanno fatto emergere una rete di trafficanti, che collaboravano tra loro per importare eroina dall’estero. Il gruppo operava tra la zona di Casandrino, Grumo Nevano, Melito, Casale, Mugnano e Acerra. Il cartello dei quattro grossisti si accordavano per mettere insieme i capitali necessari a compiere acquisti cumulativi e poi dividersi il prodotto, da distribuire sul territorio tramite una propria rete di spacciatori al dettaglio. Al servizio dei grossisti vi era anche una rete di corrieri, sempre pronti ad entrare in azione per il trasposto della droga in Italia. Lo stupefacente, in particolare l’eroina di tipo “cobret”, arrivava all’organizzazione tramite un sistema di approvvigionamento costante dai luoghi di produzione, in particolare Turchia e Olanda, fatta entrare in Italia attraverso la rotta balcanica e l’Albania.

IL SISTEMA DEI CORRIERI – L’indagine ha poi permesso l’effettuazione di diversi sequestri a riscontro delle ipotesi investigative. In particolare:

- ad agosto 2016, presso il porto di Brindisi sono stati sequestrati 38 kg di marijuana occultati all’interno delle intercapedini della carrozzeria e nel serbatoio di un camper appena sbarcato da una nave proveniente dalla Grecia;

- a dicembre 2016, è stata intercettata sull’autostrada in direzione Napoli un’auto appena sbarcata nel porto di Brindisi. Sequestrati 5,2 kg di eroina trasportati in 15 involucri occultati nella parte cava del telaio dell’autoveicolo;

- a gennaio 2017, presso il porto di Bari, è stata fermata una donna italiana in stato di gravidanza, appena sbarcata da una nave proveniente da Durazzo, che occultava n. 2 involucri di eroina di circa 630 g. all’interno di una panciera prémaman;

- sempre a gennaio 2017, presso la stazione ferroviaria di Caserta, è stato fermato un corriere ovulatore italiano atterrato in mattinata presso l’aeroporto di Bari e proveniente dall’Albania. Rinvenuti n. 38 ovuli di eroina, del peso complessivo di circa mezzo chilo, individuati a seguito di esame medico condotto presso il locale pronto soccorso;

- a marzo 2017, sequestrato oltre 1 kg di eroina trovato in uno zainetto di un corriere albanese appena sbarcato a Bari.

I BENI SEQUESTRATI – Il sostituto procuratore della Dda, Luigi Landolfi, ha inoltre disposto il sequestro d’urgenza finalizzato alla successiva confisca, di tutti i beni nella disponibilità degli indagati, il cui possesso non è risultato giustificato rispetto ai minimi redditi leciti dagli stessi dichiarati. In esecuzione di tale provvedimento cautelare patrimoniale le Fiamme Gialle hanno bloccato le disponibilità liquide riconducibili a ben 65 rapporti finanziari, un appartamento e una cantina siti in Casandrino, 2 ditte di autotrasporto site in Napoli e in Mugnano, 1 internet point di Acerra, 2 panifici siti a Casandrino e a Grumo Nevano e una Fiat 500 XL intestata ad un prestanome, per un valore complessivo allo stato quantificabile in oltre mezzo milione di euro.

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