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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca San Felice a Cancello

Cartello della droga, il Cervinaro resta in cella. Svolta per due indagati

Confermate le accuse anche nei confronti della moglie del ras. Daniele e Raffaele Rivetti scarcerati

Confermata la misura della custodia cautelare in carcere per Filippo Piscitelli, alias 'o cervinaro. Lo ha deciso la decima sezione del tribunale del Riesame di Napoli chiamata a deliberare sull'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Saverio Vertuccio che aveva portato a 37 arresti per il monopolio della cocaina nella Valle di Suessola. 

I giudici del tribunale della Libertà hanno confermato l'ordinanza anche nei confronti di Elena Rivetti, ex compagna proprio del Cervinaro; Francesco Iannone, 51 anni di San Felice a Cancello; Veronica Morgillo, 35enne di San Felice a Cancello; Michela Piscitelli, 34enne di San Felice a Cancello; e Giuseppe Zampano, 25enne. 

Svolta invece per due degli indagati. I giudici hanno annullato l'ordinanza relativamente all'associazione finalizzata allo spaccio per Daniele Rivetti, 29enne, disponendo nei suoi confronti la sostituzione della misura cautelare in carcere con quella dell'obbligo di firma relativamente ad un capo d'imputazione. Annullamento totale, invece, per Raffaele Rivetti, fratello di Elena. I due Rivetti sono stati così scarcerati. Tra i difensori impegnati gli avvocati Igino Nuzzo, Orlando Sgambati e Danilo De Cecco. 

A far scattare l'indagine dei carabinieri, che nelle scorse settimane ha portato all'esecuzione di 37 arresti, era stata proprio una perquisizione effettuata a casa di Antonio Piscitelli, figlio del 'Cervinaro'. Nel corso degli accertamenti venne rinvenuto un micro cellulare che per gli inquirenti avrebbe fatto parte di una rete 'citofonica' utilizzata dai figli di Piscitelli - Antonio e Costanza - per restare in contatto con il padre detenuto e continuare la gestione del business della droga. Da lì, a cascata, gli inquirenti hanno scoperto un vero e proprio cartello con a capo Filippo Piscitelli che, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dai legami con il clan Massaro, avrebbe creato una sorta di monopolio dello spaccio nella zona. 

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