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Cronaca

Spaccio di droga, le difese provano a smontare le tesi della Dda

Processo in appello per il gruppo dedito allo smercio di stupefacenti

Proseguono le discussioni dei difensori nel processo d'Appello per l'inchiesta "White Stone" sullo spaccio di droga tra Santa Maria Capua Vetere, San Tammaro, Curti, Casapulla, San Prisco e Macerata Campania.

Stamattina si è assistito alle arringhe degli avvocati Giuseppe De Lucia, Angelo Raucci e Luca Viggiano che hanno provato a smontare le tesi della Procura che ha invocato 48 condanne, tra conferme, pene concordate e qualche leggero sconto. Si torna in aula fra un paio di settimane per il prosieguo delle arringhe dei difensori. 

L'indagine aveva permesso di scoprire un gruppo che si era organizzato dopo la disarticolazione del gruppo che faceva capo a Fava nel 2013 e si basa sulle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, riscontrate da intercettazioni telefoniche e pedinamenti. In particolare, il gruppo provvedeva allo spaccio di cocaina e crack, che veniva smerciate anche in alcune zone delle province di Napoli ed Avellino.

Nell'inchiesta è emerso anche come i luoghi individuati per le attività di spaccio “al minuto” erano le principali piazze del comune di Santa Maria Capua Vetere, l’area adiacente una chiesa nel comune di San Prisco, la villa comunale del comune di San Tammaro, lo spazio antistante una scuola del comune di Marigliano e diversi circoli ricreativi e sale giochi dell’area vesuviana.

Nel collegio difensivo sono inoltre impegnati gli avvocati Nello Sgambato, Raffaele e Gaetano Crisileo e Cesare Gismundo.

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