CAMORRA & DROGA Gli spostamenti dei carabinieri ‘controllati’ dal capoclan
Pontillo, al vertice dell'organizzazione, monitorava le forze dell'ordine per evitare i controlli
Non solo la gestione delle piazze di spaccio, con la loro organizzazione, l’approvvigionamento dello stupefacente e il recupero dei proventi della vendita. Il 59enne di Marcianise Giovanni Pontillo era il vero e proprio “dominus” dell’associazione ‘decapitata’ dall’indagine portata avanti dalla procura antimafia di Napoli, che ha scoperto l’insolita alleanza tra clan Belforte e Piccolo-Letizia, che per anni avevano messo in piedi una guerra per il controllo del territorio.
Dalle carte dell’inchiesta e dalle intercettazioni eseguite dai carabinieri emerge infatti come Pontillo, ai vertici dell’organizzazione assieme ai fratelli Primo e Salvatore Letizia, si occupava anche della verifica della presenza delle forze dell’ordine e di monitorarne gli spostamenti tra le piazze di spaccio dei clan.
L’INTERCETTAZIONE
Il quadro emerge da una intercettazione a bordo della Mini Cooper di Pontillo, che si ferma a parlare con Alessandro Mandarino nei pressi del rione Unrra Casas di Marcianise.
P: “Alessandro, vedi sta girando la Punto bianca (ndPG: la polizia giudiziaria è in possesso di un auto civetta, una Punto bianca)… La Grande Punto bianca con uno chiatto chiatto dentro…”
M: “Ah!”
P: “E’ la borghese! Capito?”
M: “Ma uno solo dentro?”
P: “Sono in due”
M: “Ah, sono due con uno grosso”
P: “Quello grosso sta a fianco di quello che guida”
M: “Ah stanno dal lato…”
P: “Eh, stavano girando nel parco dall’altro lato”.