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Cronaca Pignataro Maggiore

Arrestato 'finto carabiniere': posto di lavoro in cambio di soldi

Il 34enne, dopo le pressioni della donna, ha continuato a minacciarla per farsi consegnare il denaro. L'ultima richiesta è stata fatale: all'incontro ha trovato i carabinieri che lo hanno arrestato

Fingendosi maresciallo dell’Arma, con 'amicizie' nello Stato Pontificio ed allo Stato Maggiore della Difesa, prometteva finti posti di lavoro: arrestato. È il risultato dell'attività investigativa dei carabinieri della Stazione di Pignataro Maggiore, diretta dal Maresciallo Capo Giuseppe Grumiro, che ha portato all'arresto di Carmine Cascio, 34enne napoletano, residente a Ciampino, per estorsione aggravata e continuata ai danni di una 50enne di Frignano.

Cascio, che vanta con precedenti (per possesso di segni distintivi contraffatti, furto aggravato, truffa, indebito utilizzo di carte da credito), spacciandosi per un maresciallo dell'Arma dei Carabinieri in servizio presso i servizi segreti e conoscenze nel Vaticano, ha fatto credere alla 50enne che, tramite la sua intercessione, il figlio della vittima sarebbe stato impiegato nello Stato Pontificio.

Una intercessione che, però, aveva un prezzo. La donna, in un primo momento, in buona fede, ha elargito varie trance di somme di denaro con la speranza del futuro impiego del figlio. Ai primi dubbi e rimostranze sulla fattibilità dell’impiego, c'è stata la reazione di Cascio, che avrebbe minacciato di morte a lei ed i figlio se non avesse continuato a pagare.

La donna, temendo per la propria incolumità e per quella del ragazzo, ha continuato  a versare migliaia di euro per circa 2 anni al sedicenne militare fino a trovare il coraggio della denuncia. Ha raccontato ogni cosa ai carabinieri della Stazione di Pignataro Maggiore e sono partite le indagini.

All'ennesima richiesta di denaro, nella serata di mercoledì, è scattato il blitz dei militari ad Aversa, luogo dell'appuntamento tra la vittima e Cascio. Così sono scattate le manette ai polsi per il 34enne partenopeo. È stato associato presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere in attesa di giudizio, assistito dall'avvocato Raffaele Savarese.

I militari, all'interno dello smartphone di Casciom hanno rinvenuto numerose foto con personaggi celebri come il prefetto Gabrieli, Salvatore Borsellino (fratello del compianto Paolo) e con l'ex premier Conte. Mostrava alle sue vittime le foto per rendere più credibile la sua veste da 'super carabiniere'. I militari (quelli veri) hanno poi accertato l'utilizzo di Cascio di falsi segni distintivi mediante i quali accedeva allo Stato Pontificio e allo Stato Maggiore della Difesa.

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