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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Casal di Principe

Slot e scommesse del clan: 70 euro al mese per ogni videopoker

Le rivelazioni di Venosa sul business da 100mila euro di Corvino: "Incassavamo il 10% delle giocate". Spunta un summit in un bar

Emergono altri dettagli sul ruolo di Romolo Corvino, alias Romoletto, arrestato per l'omicidio di Antonio Diana, ucciso dai sicari del clan dei Casalesi nel 1991, crivellato da una raffica di colpi davanti al figlioletto di appena 3 anni.

Non solo la contestata partecipazione all'omicidio e la "mesata", fatta recapitare alla madre. Romolo Corvino, secondo quanto riferito da diversi collaboratori di giustizia, avrebbe avuto un ruolo di vertice nella fazione degli Schiavone al punto da gestire la cassa e gli introiti derivanti dalle slot e dalle scommesse. 

In particolare a parlare del ruolo di vertice di Corvino è stato il collaboratore di giustizia Umberto Venosa che ha spiegato come "dopo il mio arresto lui ha preso il comando del gruppo Schiavone. Ricordo che mia moglie mi disse che da lei era andato R.M. e le aveva detto che non poteva più dare i soldi perchè li stava prendendo direttamente Romolo Corvino". Infomrazione che gli fu data in carcere dalla stessa moglie "che me lo disse durante un colloquio". 

Venosa, inoltre, entra nel dettaglio della gestione delle attività illecite da parte di Corvino, subentrato nella gestione della cassa a Carmine Schiavone, detto Staffone e figlio del capoclan Sandokan. "Romolo Corvino imponeva nei vari bar e nelle sale scommesse le slot machine nonché le postazioni per le scommesse online del "Racing Dog" - dice Venosa - Per ogni slot che veniva installata i gestori versavano nelle casse del clan la somma di 70 euro mensili, mentre per il Racing Dog la somma versata era pari al 10% delle scommesse. Dalla gestione delle slot machine e delle scommesse online il clan incassava 100mila euro mensili". 

Il business delle slot da parte di Corvino è stato confermato anche dal collaboratore di giustizia Attilio Pellegrino che ha raccontato di un incontro in un bar di Casal di Principe durante il quale gli venne richiesto, per conto di Corvino, "se ero in possesso di una lista dalla quale poteva vedere tutte le entrate delle slot machine e da chi venivano versate". 

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