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Cronaca Casapesenna

Le slot della camorra: testimone in aula prima della sentenza

A processo l'imprenditore Alberto Di Cerbo per il monopolio delle apparecchiature nei bar dell'agro

Ultimo atto nel processo a carico dell'imprenditore Alberto Di Cerbo, 57 anni di Varcaturo, accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso.

Di Cerbo era stato arrestato nell'ambito dell'inchiesta sul monopolio dei videopoker da parte della fazione dei casalesi di Michele Zagaria nei bar di Casapesenna, San Marcellino e Trentola Ducenta. Nell'operazione condotta dai carabinieri erano finite in manette 5 persone, di cui quattro hanno scelto di essere giudicate con rito abbreviato.

Di Cerbo, titolare della ESE Italia — Evolution Software Engineering S.r.I., attiva nel settore del noleggio e distribuzione delle apparecchiature elettroniche da intrattenimento, avrebbe pattuito, secondo l'accusa, con Giuseppe Garofalo prima e con Carlo Fontana dopo, l’esclusiva collocazione delle slot all’interno della quasi totalità dei bar e dei circoli di Casapesenna, San Marcellino e Trentola Ducenta, versando poi la metà degli introiti alla famiglia Garofalo, vicina al boss dei casalesi.

Stamattina presso il tribunale di Napoli Nord si è celebrata l'ultima udienza con l'escussione del sovrintendente di polizia Di Candido, teste della difesa. Al termine dell'udienza il giudice ha rinviato al prossimo 5 dicembre per la discussione delle parti. L'imputato è difeso dall'avvocato Romolo Vignola.

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