Sistema Corvino: "Se ti fai arrestare per 30 milioni in carcere ti apprezzano"
L'ex vicesindaco di Caserta sprona il suo collaboratore a fare di più: "La giostra è partita"
"Se ti fai arrestare per trenta milioni di euro, molte volte, quando vai al carcere, sei apprezzato per la quantità di quello che sei riuscito a fare". Parola di Pasquale Corvino, ex vicesindaco di Caserta ed ex presidente della Casertana, finito in carcere nell'ambito dell'inchiesta dei Nas "Minerva", sulle false ricette per far ottenere rimborsi ai suoi centri d'analisi dal Sistema Sanitario Nazionale.
Nelle oltre 700 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare c'è una conversazione che il gip Rosaria Dello Stritto ritiene "particolarmente significativa" e che dimostra "l'assoluta spregiudicatezza di Pasquale Corvino nell'asservire l'Asl di Caserta al perseguimento dei suoi illeciti profitti". Protagonisti sono Corvino ed il suo fidato collaboratore Pietro Schiavone, anche lui finito in manette. Corvino esorta Schiavone a fare più ricette possibili ed alzare l'asticella dei rimborsi: "Te ne devi fare cinquemila a settimana", o meglio "diecimila".
Il motivo è presto spiegato da Corvino: "Non cambia assolutamente niente. Se tu ti fai arrestare per tremila euro o ti fai arrestare per trentamila euro e ti fai arrestare per trenta milioni di euro, molte volte quando vai al carcere sei apprezzato per la quantità di quello che sei riuscito a fare. Allora visto che noi la giostra è partita! Ma partiamo alla grande".
Secondo quanto emerso dall'inchiesta le false ricette venivano redatte sia direttamente dai collaboratori di Corvino, su ricettari in bianco alcuni dei quali risultati rubati, o grazie a medici compiacenti (tre dei quali colpiti dalla misura cautelare dell'interdizione dalla professione medica) che prescrivevano ad ignari pazienti esami diagnostici fittizi. Ben 285 persone hanno disconosciuto quelle prescrizioni. Nel mirino dei Nas, complessivamente, sono finite oltre 200mila ricette.
