rotate-mobile
Cronaca Cervino

Sindaco ucciso, ombre sull'alibi del presunto killer

La discussione delle parti civili al processo d'Appello per l'omicidio di Giovanni Piscitelli. La Procura ha chiesto 14 anni per Esposito Acanfora

La prova d'alibi e le diverse contraddizioni sugli orari. Questi i temi trattati dagli avvocati delle parti civili nel processo d'Appello per l'omicidio di Giovanni Piscitelli, il sindaco di Cervino ucciso nel 2008, che vede alla sbarra il dirigente del Comune Pietro Esposito Acanfora, assolto in primo grado.

Dopo la requisitoria del procuratore generale, che ha chiesto 14 anni di reclusione, stamattina dinanzi alla Corte d'Assise d'Appello di Napoli hanno discusso gli avvocati Raffaele Carfora, Carlo Madonna e Giovanni De Lucia, quest'ultimo in rappresentanza del Comune di Cervino costituitosi al processo. 

In particolare nel corso della discussione Carfora ha sottolineato le diverse contraddizioni emerse nel corso del processo d'Appello tra le versioni fornite dai testimoni e quelle rese dall'imputato. In parrticolare ci si è soffermati sull'alibi di Esposito Carfora che ad avviso del legale, costituitosi parte civile per i figli della vittima, sarebbe falso e quindi "di importante valore indiziario". Madonna e De Lucia, invece, hanno ricostruito i rapporti tra la vittima ed il dirigente del Comune ed il presunto movente del delitto. 

Il processo riprenderà fra una decina di giorni quando sono previste le discussioni dell'avvocato Renato Jappelli, anche lui per le parti civili, e dei due difensori di Esposito Acanfora, gli avvocati Carlo De Stavola e Rocco Trombetti. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sindaco ucciso, ombre sull'alibi del presunto killer

CasertaNews è in caricamento