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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Scandalo servizi sociali: fascicolo assegnato al nuovo giudice. Il processo ora va avanti

Dopo il doppio cambio sarà il collegio presieduto da Antonio Riccio a far procedere il dibattimento

Il fascicolo sugli appalti truccati per i servizi sociali a Santa Maria Capua Vetere è stato assegnato al collegio presieduto dal giudice Antonio Riccio, dopo un doppio cambio di giudice che ha caratterizzato le ultime fasi del dibattimento. Comunque, ora si va avanti. Dopo l'ammissione delle richieste di prova, ribadite durante l'udienza celebrata al Palazzo di Giustizia della città del Foro, il processo riprenderà a marzo, si spera senza ulteriori intoppi. 

Sono imputati l'ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere Biagio Maria Di Muro, sua sorella Annunziata Di Muro, Anna Pepe, 31 anni, la casertana 33enne Carmela Fusco, l’ex dirigente del Comune sammaritano Roberto Pirro, 59 anni, Giovanni Laurenza, 59 anni, tutti sammaritani, Nicola D’Auria, 64enne di Nola, Biagio Napolano, 49enne di Caserta, Salvatore Coppola, 47enne di Aversa, accusati dei reati di associazione a delinquere finalizzata a commettere reati contro la pubblica amministrazione. A giudizio anche il 59enne di Curti Luigi Merola, Antonio Pirro, 64 anni, Ornella Pirro, 26 anni, Maria Rosaria Piccolo, 55 anni, Anna Romano, 45 anni, tutti sammaritani, indagati per truffa. Peculato e falso ideologico sono le accuse per il 46enne di Salerno Giuseppe Cavaliere, mentre per turbativa d’asta sono imputati il 49enne beneventano Domenico D’Agostino e il 51enne di Calvi Risorta Enzo Giangregorio. Accusata di abuso d’ufficio Gina De Simone, 41enne di Caserta, anche lei a processo. Il Comune di Santa Maria Capua Vetere si è costituito parte civile. Nel collegio difensivo sono impegnati, fra gli altri, gli avvocati Alberto Martucci, Giuseppe Stellato, Umberto Pappadia, Claudio Aronne ed Angelo Raucci. 

L’inchiesta aveva fatto emergere l’esistenza di una associazione a delinquere sammaritana composta da politici, dirigenti e addetti agli uffici comunali e di Ambito, oltre a rappresentanti delle cooperative affidatarie. Secondo la tesi accusatoria il sodalizio, attraverso il condizionamento nelle fasi di selezione del personale preposto alla gestione dei servizi appaltati e degli utenti beneficiari degli stessi, riusciva a pilotare e gestire in maniera illecita tutte le iniziative promosse dall’Ambito territoriale con la finalità di ricavarne vantaggio economico e creare consenso elettorale.

Per realizzare gli obiettivi prefissati dal sodalizio si è partiti garantendo in primis l’avvicinamento della macchina amministrativa sammaritana, con funzionari e impiegati compiacenti e da “gestire”. Secondo la Procura su iniziativa dell’ex sindaco Biagio Di Muro è stato quindi avviato preliminarmente un procedimento di distacco di un funzionario regionale che ha potuto maturare così i requisiti per rispondere da solo al bando per l’assegnazione del posto di istruttore direttivo presso il Comune sammaritano. L’Ente pubblicava poi un bando “su misura” e il funzionario ha potuto così risultare vincitore insidiandosi stabilmente presso il Comune.

Così l’assetto dato all’Ufficio di Piano dell’Ambito C8, guidato dall’ex responsabile dei servizi sociali del Comune sammaritano, ha consentito all'ex sindaco Di Muro di controllare tutte le attività di competenza dell'Ambito e di assoggettarle a note logiche di acquisizione del consenso elettorale, con sistemi corruttivi. 

Per la Procura, infatti, il reclutamento degli operatori delle cooperative avvantaggiate nell'assegnazione degli appalti sarebbe sempre avvenuto sotto lo stretto controllo (politico) dell'ex sindaco e della struttura da lui organizzata e capeggiata, che privilegiava persone a lui politicamente legate, preferendo i residenti del Comune Capofila, Santa Maria Capua Vetere. La selezione degli operatori da impiegare da parte degli Enti aggiudicatali dei servizi è stata del tutto controllata e manipolata. Le modalità di gestione dell'intero Ambito territoriale hanno permesso, da un lato, indebiti arricchimenti patrimoniali e, dall'altro, un controllo politico elettorale, trattandosi di servizi e progetti destinati a fasce di popolazione facilmente condizionabili sotto il profilo economico.

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