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Cronaca Marcianise

CAMORRA Sequestro da 500mila euro al professore: ecco cosa hanno sequestrato

Bellopede è libero ma ha già espiato una condanna ad 8 anni e 6 mesi

Un terreno sito a Castel Volturno, tre fabbricati di cui due a Castel Volturno ed uno a Marcianise nonché due conti correnti: sono questi i beni nella disponibilità di Raffaele Bellopede, 63 anni di Marcianise, alias o professore, che sono stati sequestrati dalla Questura di Caserta con un provvedimento notificato lunedì mattina. Il valore dei beni sequestrati è 500mila euro.

La misura ablativa rappresenta l’epilogo della complessa e articolata attività investigativa svolta (con il coordinamento della Sezione per l’applicazione di misura di prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere) dalla Divisione Polizia Anticrimine e scaturita dall’accoglimento in parte della proposta formulata dal Questore di Caserta che ha valorizzato le indagine esperite e che ha consentito di ricostruire l’intero patrimonio di Bellopede, attualmente libero, condannato dalla Corte d’Appello di Napoli alla pena di anni 8 e mesi 6 di reclusione per estorsione aggravata e continuata dalla metodologia mafiosa ex art 7 della L.203/1991 (condanna già espiata), ritenuto elemento contiguo alla consorteria criminale attiva nell’area di Marcianise e paesi limitrofi, denominata “clan Belforte”. 

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Le indagini hanno dimostrato, come nell’ultimo ventennio, l’indagato questi abbia intrattenuto rapporti d’affari con il “clan Belforte”. Infatti è stato condannato dalla Corte d’Appello di Napoli alla pena di anni 8 e mesi 6 di reclusione per estorsione aggravata e continuata dalla metodologia mafiosa prevista ex art 7 della Legge 203/1991, ai danni di commercianti che, inermi rispetto alle intimidazioni mafiose subite, erano costretti a corrispondere somme di danaro, soprattutto in occasione delle festività natalizie e pasquali.

L’ampio quadro indiziario si è reso possibile anche grazie a molte dichiarazioni accusatorie di collaboratori di giustizia che ampiamente riscontrate, hanno superato la soglia di sostenibilità e hanno contribuito all’emissione dell’odierno provvedimento ablativo. 

Bellopede era molto legato al clan Belforte, infatti frequentava le abitazioni degli affiliati, si prestava al cambio assegni, riscuoteva le estorsioni per conto del clan, fungendo da collettore tra gli esponenti apicali del clan e i commercianti estorti, infatti il suo nome era indicato con la denominazione di “Professore 1.50” e che riceveva quale corrispettivo del proprio apporto uno stipendio mensile di 1.500 euro.

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