Blitz nell'azienda dei rifiuti, scattano i sequestri: in 6 nei guai
Sono indiziati di aver dato luogo ad un'illecita gestione di ingenti quantitativi di rifiuti speciali non pericolosi. I carabinieri scoprono un giro di 'svuota cantine'
Azienda di recupero dei rifiuti di Recale finisce nei guai. I carabinieri Forestale di Marcianise, unitamente ai militari delle stazioni carabinieri Forestale di Calvi Risorta, Castel Volturno e Formicola, hanno dato esecuzione all'ordinanza di sequestro preventivo emessa, su richiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, dal Gip presso il Tribunale sammaritano, nei confronti di sei persone dello stabilimento di recupero di rifiuti non pericolosi di natura metallica ed elettronica "Fp Metal". Si tratta di F.P. (31enne legale rappresentante dell'impresa "Fp Metal"); F.Z. (44enne); A.Z. (63enne); M.C. (50enne); S.Z. (54enne) e A.M. (45enne), gravemente indiziati di aver dato luogo, in concorso tra di loro, ad un'illecita gestione di ingenti quantitativi di rifiuti speciali non pericolosi. Sequestrati anche 5 furgoni di rifiuti di rispettiva proprietà dei restanti indagati.
Le indagini
In particolare, la brillante attività investigativa ha preso spunto da un accertamento svolto il 23 gennaio presso lo stabilimento "Fp Metal" di Recale, dai militari della Forestale di Marcianise, unitamente a tecnici specializzati dell'Arpac di Caserta, nel corso del quale sono state rinvenute diverse apparecchiature elettriche ed elettroniche dismesse (lavatrici, cucina, lavastoviglie, forni, piani cottura, etc.) per le quali il legale rappresentante della ditta non è stato in grado di produrre alcuna documentazione giustificativa circa la loro provenienza, trasporto e conferimento. La visione dei registri di carico/scarico dei rifiuti ha evidenziato che l'ultima operazione di conferimento dei rifiuti metallici presso lo stabilimento recalese era avvenuta il 13 dicembre 2019, mentre l'esame delle immagini estrapolate dalle registrazioni storiche del sistema di videosorveglianza interno della medesima ditta hanno evidenziato con chiara evidenza che, il 21 e 23 gennaio 2020, numerosi furgoni avevano conferito rifiuti alla "Fp Metal", senza che di essi non sia stato rinvenuto alcun documento dal quale evincere la tracciabilità.
I rilievi
Al fine di raccogliere ulteriori elementi probatori necessari a corroborare le possibili condotte illecite che si erano già delineate, i militari dell'Arma il 4 e 6 febbraio 2020, da una posizione panoramica dislocata nelle immediate adiacenze dell'ingresso dello stabilimento con ottimo punto di osservazione sul piazzale della ditta recalese, hanno effettuato dei servizi di osservazione, fotografando e annotando tutti i conferimenti di rifiuti e le targhe dei relativi furgoni coinvolti (oggi posti sotto sequestro): 11 le operazioni di conferimenti rifiuti accertate nei due giorni. Il 16 aprile 2020 gli stessi carabinieri hanno, quindi, effettuato un nuovo accesso nello stabilimento della ditta "Fp Metal", procedendo ad acquisire nuovamente il registro di carico e scarico dei rifiuti, dalla cui visione è emerso che alcun conferimento di rifiuti era stato registrato dalla ditta rispetto a quelli accertati e documentati durante i servizi di osservazione svolti dai militari il 4 e 6 febbraio e che neanche alcuno di essi era giustificato a mezzo dei formulari di identificazione dei rifiuti.
Sgominato giro di svuota cantine
Le indagini hanno in definitiva permesso di disvelare che lo stabilimento Fp Metal" ha ricevuto "a nero", con cadenza quasi quotidiana, diversi quantitativi di rifiuti in ferro ed acciaio, presumibilmente dietro pagamento di piccoli corrispettivi a soggetti che effettuano trasporti di rifiuti con l'ausilio di piccoli furgoni o Apecar non autorizzati e in assenza di formulari di identificazione dei rifiuti (trattasi questi ultimi di soggetti che, il più delle volte, operano a nero nel campo degli svuota cantine e sgombero locali, i quali effettuano un'attività illecita di gestione di rifiuti conseguendo un duplice ricavo economico, ovvero sia percependo il corrispettivo versato dal cedente i rifiuti, sia rivendendo quelli che posseggono un valore di mercato). Quello degli svuota cantine e sgombero locali è una criticità per il territorio della provincia di Caserta in quanto, fatta eccezione per i rifiuti metallici che sono molto richiesti dagli stabilimenti di recupero dalla cui cessione è quindi possibile ricavare un utile, i restanti rifiuti raccolti da detti operator (ingombranti, plastica, carta, vetro) non avendo uno sbocco commerciale, vengono molte volte illecitamente smaltiti in luoghi isolati lungo le strade di campagna. Fenomeno che soprattutto nel periodo estivo ha come conseguenza finale la combustione illecita dei rifiuti abbandonati per creare nuovi spazi in cui poter continuare le operazioni di illecito smaltimento.