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Cronaca Sessa Aurunca

Sentenze pilotate, avvocato torna libero dopo l'interrogatorio

Il gip annulla l'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per Bordone. Il Comune sospende il cancelliere 'infedele' del giudice di pace

Torna libero l'avvocato Giovanni Vincenzo Bordone per carenza di gravità indiziaria. È quanto accaduto presso l'Ottava Sezione Penale del Tribunale di Roma dinanzi al giudice delle indagini preliminari Rosalba Liso che dopo aver escusso il legale, coinvolto nell'inchiesta sulle sentenze pilotate al giudice di pace di Sessa Aurunca e difeso dagli avvocati Paolo Caterino e Alfonso Quarto, ha ritenuto che il quadro accusatorio che lo vedeva responsabile di corruzioni di atti giudiziari non fosse più sussistente annullando così l'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari.

Bordone, secondo la Procura capitolina, si sarebbe reso responsabile del reato di corruzione di atti giudiziari in concorso con i colleghi Armando Schiavone, Francesco Serao ed altri tre legali indagati a piede libero (O. C.,F.V.,N.M.), il giudice di pace Umberto Della Rocca ed il cancelliere Domenico Bosco. Per gli inquirenti sussisteva un accordo corruttivo tra i soggetti indagati il cui ruolo seppur diverso era finalizzato al conseguimento di un cospicuo introito ottenuto mediante il ristoro sulle somme addebitate ai danni dell'Agenzia delle Entrate. Il meccanismo fittizio per gli inquirenti si avviava mediante la creazione di una fittizia causa civile nel quale non veniva prodotta né la cartella esattoriale che si voleva impegnare, né l'estratto di ruolo da cui desumere l'esistenza stessa del debito opposto e ne veniva richiesta l'iscrizione dietro lauto compenso del cancelliere Domenico Bosco pari a 50 euro per ogni pratica iscritta fittiziamente. Ogni iscrizione a ruolo era accompagnata dalla procura ad litem apparentemente firmata da soggetti scoperti esser poi ignari dell'utilizzo improprio della loro identità e dell'iniziativa giudiziaria che li vedeva coinvolti non avendo mai incaricato i legali a promuoverla.

Bosco, secondo la ricostruzione degli organi inquirenti, provvedeva all'iscrizione della causa civile nel ruolo privilegiato del giudice di pace Umberto Della Rocca eludendo così ogni principio di ripartizione equa degli affari tra i vari giudici di pace sessani e Della Rocca emetteva sentenza di condanna nei confronti dell'Agenzia delle Entrate con un importo che oscillava tra gli 840 euro +70 euro di spese legali o 990 euro + 150 euro di spese legali. Gli avvocati favoriti si dichiaravano anticipatari e provvedevano renumerare il giudice di pace compiacente per tale atto contrario ai doveri d'ufficio pari al 10% delle somme liquidate a titolo di compenso per la propria corruttibilità. Tali illeciti retroscena che si consumavano nelle sedi dell'ufficio del giudice di pace di Sessa Aurunca sono stati disvelati nell'ottobre 2018 da un altro giudice che ha fatto da "gola profonda".

Ipotesi che sono state poi confermate dal cancelliere infedele Domenico Bosco nel mese di giugno 2019. Le stesse dichiarazioni di Bosco hanno disvelato le modalità di attribuzione degli affari e la trattazione dei provvedimenti presso l'ufficio del giudice di pace sessano tanto da ammettere poi di esser stato corrotto dai legali privilegiati. Assistito dal suo legale Gianluca Di Matteo chiarirà la propria posizione nella scabrosa vicenda. Il suo interrogatorio è stato rinviato per motivi di salute. Intanto il Comune di Sessa Aurunca ha sospeso Bosco, dipendente dell'Ente, in seguito all'inchiesta che lo vede coinvolto. 

La negazione assoluta dell'ipotesi accusatoria è stata il liemotiv degli interrogatori resi in carcere ieri dagli avvocati Armando Schiavone e Francesco Serao, assistiti dall'avvocato Pasquale Diana, nonché dal giudice di pace Umberto Della Rocca, assistito dall'avvocato Alberto Martucci.

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