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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Casal di Principe

Scommesse del clan, Schiavone: "Un cartello con mafia e 'ndrangheta"

Il figlio di Sandokan svela la spartizione della piattaforma per la raccolta delle scommesse sportive

Il business delle scommesse nel modenese ed il cartello con Cosa Nostra e la 'nrangheta in una sorta di spartizione degli introiti. Sono questi alcuni dei temi affrontati da Nicola Schiavone, il figlio di Sandokan divenuto collaboratore di giustizia, nel corso dell'udienza celebrata dinanzi al collegio presieduto dal giudice Francesco Rugarli del tribunale di Santa Maria Capua Vetere e che vede imputate 72 persone. 

Nel corso dell'udienza Schiavone è stato controesaminato dai difensori degli imputati ripercorrendo le vicende affrontate nel corso del lungo esame da parte del pm Maurizio Giordano durato ben due udienze. Schiavone ha parlato della piattaforma per la raccolta delle scommesse sportive, la Betting 2000. "Era una società al limite tra il legale e l'illegale perché all'epoca le concessioni non erano tante chiare come poi successivamente avvennero - ha dichiarato il collaboratore di giustizia - con noi eravamo a soci sostanzialmente, in che modo? Sulle zone dove noi gli permettevamo di stare ci riconosceva una quota parte su ogni punto scommessa, che fossero corner, che sarebbero dei punti nei bar, oppure proprio delle agenzie a tabella Betting 2000 e su Modena anche ci fu l'impegno di questa cosa; nella provincia di Caserta ci fu una specie di monopolio" mentre "su Modena andammo in concorrenza". 

Per Schiavone la concorrenza era quella dei siciliani e dei calabresi con i quali "ci rispettavamo perché comunque c'erano anche gli altri clan che giravano, giravano i calabresi, i siciliani, quindi c'era una sorta di accordo che ce le dividevamo, ce le spartivamo". Insomma un cartello, conferma Schiavone, in cui "noi ci appoggiavamo dove c'era la concentrazione più di paesani, per esempio c'erano dei paesetti sul modenese che ci stavano più napoletani, più delle nostre zone e ci andavamo noi; dove c'era più concentrazione di calabresi ci andavano loro, cioè era una cosa concordata". 

Si torna in aula a fine mese. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Mario Griffo, Mauro Iodice, Luigi Trocciola, Paolo Caterino, Romolo Vignola e Mario Mangazzo.

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