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Cronaca Casal di Principe

Schiavone: "Investimenti nell'edilizia coi soldi delle bische". Tirato in ballo anche un avvocato

Il figlio di Sandokan parla nel processo a 51 persone sugli affari del clan nel modenese

Il riciclaggio dei soldi delle bische del clan Schiavone nell'edilizia a Modena. Lo ha riferito il collaboratore di giustizia Nicola Schiavone nel corso del controesame dei difensori nel corso del processo a carico di 51 imputati.

Stamattina, nel corso dell'udienza celebrata dinanzi al collegio presieduto dal giudice Francesco Rugarli del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Schiavone è stato sentito per la seconda volta dopo l'esame del pubblico ministero. Il figlio di Sandokan, oggi collaboratore di giustizia, ha sostanzialmente ribadito le accuse già formulate all'Antimafia. "Io disponevo di una liquidità economica che mi derivava dalla gestione delle bische che avevo nell'agro aversano, a Casal di Principe, a Curti, sulle zone di Caserta, della provincia di Caserta - ha dichiarato Schiavone ai giudici - una parte io davo una quota al clan e quindi sostenevo anche una parte della cassa comune del clan e l'altra parte mi veniva a me e quindi avevo la libertà di poterla investire sia nelle autovetture e poi andai a Modena per poter riciclare quella parte economica".

In particolare, Schiavone ha fatto riferimento ad un suo investimento da circa 500mila euro per la realizzazione di appartamenti a San Martino di Secchia, nel comune di San Prospero, insieme ad un imprenditore di Casal di Principe. Soldi versati in contanti per realizzare appartamenti da 180mila euro l'uno da rivendere.

Schiavone ha tirato in ballo anche un avvocato modenese, anche lei imputata, che avrebbe favorito con la sua attività professionale l'affare immobiliare del clan. "Ci fu presentato uno studio a Modena di un avvocato che stava seguendo tutta questa vicenda giudiziaria, tutti gli incartamenti che c'erano per quest'operazione", ha riferito ai giudici, sottolineando poi come il legale pur non sapendo la diretta influenza di Schiavone nell'affare era a conoscenza che quello fosse un business fatto "dalle persone di giù" un'indicazione grazie alla quale "i modenesi capivano sostanzialmente che qualcosa di losco ci stava". 

Si torna in aula a inizio maggio per la prosecuzione del controesame da parte delle difese degli imputati. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Mario Griffo, Mauro Iodice, Luigi Trocciola, Paolo Caterino, Romolo Vignola e Mario Mangazzo. 

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