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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Capua

Tragedia Frecciarossa, omicidio colposo e disastro ferroviario: indagata l'azienda Rfi

Rete Ferroviaria Italiana 'paga' per la responsabilità dei suoi dipendenti

C’è anche la società Rete ferroviaria italiana (Rfi) tra gli indagati per il deragliamento del Frecciarossa Milano-Salerno di giovedì 6 febbraio ad Ospedaletto Lodigiano. L’azienda è stata iscritta nel registro degli indagati dai magistrati della Procura di Lodi Domenico Chiaro e Giulia Aragno in base alla legge 231 del 2001, quella che regola la responsabilità delle società per i reati commessi dai dipendenti. Nell’indagine aperta per omicidio colposo, lesioni plurime e disastro ferroviario, infatti, sono già indagati cinque tecnici manutentori di Rfi: quattro operai e un caposquadra. Si tratta del personale che nel corso della notte precedente all’incidente aveva lavorato sul deviatoio '05', lo scambio che gli inquirenti hanno trovato aperto verso un binario morto e che avrebbe quindi innescato il deragliamento del convoglio che viaggiava a 290 chilometri orari.

Nell'incidente hanno perso la vita due macchinisti, Giuseppe Cicciù, 52 anni di Reggio Calabria, e Mario Dicuonzo, 59 anni di Capua (macchinista e addetto dello Ferrovie dello Stato che giovedì scorso viaggiavano sul Frecciarossa deragliato a pochi chilometri da Lodi). In occasione dei funerali il procuratore di Lodi ha proclamato "un giorno di silenzio stampa" per rispetto delle vittime. "Un segno di rispetto al quale teniamo particolarmente, quindi non daremo alcuna informazione".

Fin dalle prime ore dopo lo schianto gli inquirenti hanno concentrato la loro attenzione sullo scambio ipotizzando che al termine delle lavorazioni gli operai lo possano aver lasciato in una posizione errata rispetto "a quella di giusto tragitto" prevista dal tracciato del Frecciarossa. Proprio per compiere gli accertamenti sul meccanismo dello scambio, la Procura ha nominato come consulenti gli ingegneri Roberto Lucani e Fabrizio D’Errico, gli stessi periti dell’incidente di Pioltello del 25 gennaio 2018. A loro toccherà redigere la consulenza che dovrà stabilire l’esatta posizione in cui si trovava lo scambio, e anche stabilire se le lavorazioni compiute dagli operai siano state eseguite correttamente oppure, come ipotizza la Procura di Lodi, "non in modo adeguato".

Nel corso di un interrogatorio durato oltre 12 ore, gli operai hanno spiegato che solo due di loro hanno effettivamente lavorato nella notte tra mercoledì e giovedì allo scambio '05'. In particolare si sarebbe proceduto alla sostituzione dell’attuatore (il meccanismo che comanda lo scambio). Ma hanno ribadito di aver lasciato i binari nella posizione corretta dopo aver "disalimentato" lo scambio. Per questo le difese degli operai hanno chiesto verifiche (che comunque sarebbero state compiute) sui pezzi di ricambio installati quella notte e forniti da una azienda specializzata del settore ferroviario, ma non Rfi.

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