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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Salvini taglia le spese legali a chi denuncia i camorristi

Bufera sulla circolare del Ministero che elimina le parcelle ai legali dei testimoni di giustizia. L'avvocato Zara: "Si rischia che nessuno collabori più"

Vittime delle mafie senza supporto legale. E' questo l'effetto di una circolare del Viminale che ha "cassato" il pagamento da parte del Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso per le spese di difesa. Per dirla più francamente: chi denuncia la camorra deve pagarsi l'avvocato. 

E' quanto denuncia l'associazione Addiopizzo, con l'avvocato Salvo Caradonna, che sta portando avanti la battaglia per le vittime di Cosa Nostra. Una battaglia che si può estendere alle vittime, ma anche agli imprenditori che denunciano il pizzo, del clan dei Casalesi ed alla miriade di processi in cui imprenditori o familiari si costituiscono parte civile.

Facciamo un passo indietro. Nel mese di gennaio il prefetto Raffaele Cannizzaro, nominato dal Ministro Matteo Salvini come Commissario per il Coordinamento delle iniziative di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso con il compito di gestire le spese del Fondo ed esaminarne le istanze, ha disposto di "negare il pagamento da parte del Fondo degli importi vantati dagli avvocati distrattari: le spese liquidate dal giudice possono, dunque, essere corrisposte solo alle vittime e agli enti in presenza dei requisiti di accesso al Fondo". Per avvocati "distrattari" si intende quegli avvocati che si fanno liquidare direttamente dal giudice (avvalendosi poi sul Fondo) le spese legali  sostenute dalle vittime, da oggi uniche destinatarie del diritto di risarcimento, comprensivo quello delle spese di costituzione in giudizio per pagare gli onorari e le spese agli avvocati. 

"La ratio della legge (la 512 del 1999 nda) era chiara a tutti: garantire alle vittime un supporto processuale gratuito per stimolare la denuncia di condizionamenti mafiosi e di fenomeni estorsivi", si legge nella denuncia di Addiopizzo.

Insomma "rischia di incepparsi un meccanismo virtuoso - spiega l'avvocato Gianni Zara, che negli anni ha assistito diverse vittime del clan dei Casalesi - Per la distorsione di una norma fino ad oggi chiara ed applicata. Prima - prosegue Zara - L'avvocato che decideva di assistere un imprenditore o un familiare di vittime della mafia si assumeva un rischio e sapeva che, in caso di condanna degli imputati, avrebbe potuto fare istanza al Fondo per il recupero delle spese processuali. Ora, con questa circolare, le spese processuali sono a carico della vittima. Questo potrebbe spingere gli imprenditori a non denunciare o costituirsi in giudizio proprio perché sarebbero costretti ad 'anticipare' le spese legali, fino ad oggi per loro gratuite. Inoltre il provvedimento è retroattivo - dice ancora il legale - Gli avvocati che hanno presentato istanza in anni precedenti e che verranno esaminate dal Comitato da qui in futuro non vedranno riconoscersi il pagamento delle spese legali benché tali spese siano state stabilite da gudici in sentenze emesse da tribunali di questo Paese". 

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