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Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Rivolta in carcere, l'Osapp: "Assurdo puntare il dito contro polizia penitenziaria"

Il sindacato degli agenti interviene sui disordini di Santa Maria Capua Vetere: "Uomini in divisa capro espiatorio"

"Polizia penitenziaria sotto attacco". E' questo il titolo di un manifesto del sindacato Osapp che interviene sui disordini avvenuti all'interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere e sull'inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica per verificare eventuali responsabilità da parte del personale della casa circondariale riguardo presunte violenze denunciate dai detenuti.

Secondo la versione dell'organo di rappresentanza sindacale "a nessuno sembra interessare che per fronteggiare una vera e propria guerriglia, posta in essere da detenuti che hanno ricavato delle armi, da ogni cosa a loro disposizione, con le brande in ferro, letteralmente smantellate ed usate come ariete hanno sfondato cancelli blindati, con alcol etilico lanciato sugli agenti hanno provato perfino ad incendiare chi cercava di ricondurre l’ordine e la sicurezza, con l’olio bollente hanno provato ad ustionare e ferire uomini dello Stato, padri di famiglia chiamati ad un ingrato compito e via discorrendo. Nonostante tutte le dilazioni apportate ai regolamenti, ai molteplici decreti posti in essere al fine di fronteggiare la pandemia in atto, una cospicua parte di detenuti, strumentalizzando la criticità del momento ha alzato il tiro, pretendendo contro ogni logica, la liberazione e la libertà dallo stato di detenzione, seppur consci dell’assurdità delle richiesta hanno continuato per giorni a distruggere qualsiasi cosa e ferire chiunque potevano colpire. Sebbene nessuno dei responsabili di tali gravi fatti sia stato sanzionato penalmente o disciplinarmente, per volontà di menti superiori, parrebbe che siano partite delle inchieste per stabilire di presunte violenze compiute dai poliziotti penitenziari intervenuti a sedere tali rivolte ed a difendersi contestualmente da quella stessa violenza proiettata contro di loro".

Per l'Osapp "pare che il capro espiatorio siano nuovamente gli uomini in divisa, gli aguzzini per qualcuno. Inaccettabile un tale status quo in un paese che ormai è allo stremo istituzionale, che anziché garantire ai delinquenti un cella, si sbattono i servitori dello Stato in prima pagina e magari a processo - prosegue il segretario generale Leo Beneduci - Il personale di Polizia Penitenziaria dell’istituto penitenziario di Santa Maria Capua Vetere e non solo, è costretto a operare in un clima di estrema tensione per le continue e violente proteste messe in atto dai detenuti, all’indomani della sospensione dei colloqui in seguito alle misure emanate dal governo per il contenimento e la diffusione del Covid 19, tuttavia l’amministrazione Penitenziaria non è rimasta a guardare e in sostituzione dei colloqui ha introdotto oltre alle regolari corrispondenze telefoniche nella quantità di 4 mensili con i congiunti o altre persone che ne hanno diritto i condannati, gli internati e gli imputati in aggiunta anche due video chiamate di durata un’ora nelle salette dedicate fino a nuove disposizioni governative che consentono la ripresa della normalità post-emergenza che ha colpito tutta la società in termini di restrizione della libertà imponendo a tutti di restare a casa e di rispettare il distanziamento sociale e le precauzioni prescritte da osservare nell’interesse di tutti e limitare eventuale uscite solo in caso di necessità essenziali, indispensabili e d’urgenza".

Di qui "è seguita una rivolta violenta in molti penitenziari tra cui Santa Maria Capua Vetere - dice ancora Beneduci - per diversi giorni abbiamo assistito con preoccupazione a crescenti episodi di violenza ai danni del personale e sequestro dello stesso, ingenti danni di devastazione della struttura, barricamenti nei reparti detentivi e prese di posizioni nei confronti di tutto e di tutti perpetrata per fortuna solo da una frange di detenuti più violenti, sofferenti alle regole imposte dallo stato e dalle istituzioni, spesso spalleggiati da una regia esterna e da movimenti di solidarietà costituiti dai loro familiari con striscioni pro di amnistia o indulto creando anche disordini sociali nelle aree antistante del penitenziario sammaritano, strumentalizzando finanche le richiamati decisioni assunte dal governo contenute nei molteplici decreti emanati per fronteggiare l’emergenza covid 19 che riguardano anche la tutela dei detenuti ristretti".

In tale contesto l'Osapp "sottolinea la grande professionalità della Polizia Penitenziaria in cui ha operato subendo in modo passivo umiliazioni e attacchi ingiustificati rispetto alle loro proteste e alle loro iniziative che pacifiche non sono state, ciò nonostante il sistema ha retto e non è esploso solamente grazie al personale ad ogni ordine e grado colà in servizio e quelli interventi in ausilio esternamente dai nuclei operativi traduzione e piantonamenti di Caserta, Napoli, Avellino coadiuvati dai comandanti e dai funzionari del Corpo che hanno fronteggiato nel miglior modo possibile e con grande spirito di servizio, sacrificio, abnegazione, oggi rischiano pure un procedimento penale disciplinare per responsabilità inesistenti. Gli organi inquirenti accerteranno i fatti denunciati e agiranno di conseguenza, ma non è tollerabile l'atteggiamento di chi, anche in veste istituzionale, in questo momento alza i toni e punta il dito sugli agenti di polizia Penitenziaria. Non lo consentiamo a nessuno". 

"Ai Poliziotti Penitenziari di Santa Maria Capua Vetere e non solo, va il nostro immenso grazie - aggiunge il segretario regionale Vincenzo Palmieri - il loro impegno oltre l’orario di servizio, oltre ogni umano sacrificio, ogni oltre lecita paura umana, spesso equipaggiati alla bene e meglio, spesso senza neppure gli strumenti necessari a fronteggiare le costanti e pericolose violenze sempre in prima linea, sfidando perfino il silenzioso e invisibile Covid 19 senza dispositivi individuali di protezione, la Polizia Penitenziaria merita dei genitori, attualmente è orfana e abbandonata a sé stessa".

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