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Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Il capo del Dap fa visita all'agente finito in ospedale dopo la rivolta in carcere

Luciano Iavarone è stato dimesso dall'ospedale in serata: ora sta meglio ed è tornato nella sua casa a Lusciano, dove ha ricevuto la visita di Bernardo Petralia

Il capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria Bernardo Petralia, insieme al suo vice Roberto Tartaglia, hanno fatto visita in tarda serata all'agente della polizia penitenziaria rimasto ferito in maniera più grave nel corso dell'accesissima rivolta scoppiata nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Si tratta dell'assistente capo Luciano Iavarone, che è stato ricoverato presso l'ospedale 'Sant'Anna e San Sebastiano' di Caserta. Secondo quanto riferito da AdnKronos, il poliziotto penitenziario è stato dimesso dall'ospedale in serata: ora sta meglio ed è tornato nella sua casa a Lusciano, dove ha ricevuto la visita dei vertici del Dap.

Otto agenti feriti durante la rivolta in carcere

“Trasferire i detenuti che hanno organizzato le rivolte”

Sulla giornata di inferno vissuta sabato nel carcere di Santa Maria Capua Vetere è intervenuto a gamba tesa anche il deputato Nicola Molteni, commissario regionale della Lega in Campania e responsabile del dipartimento Giustizia del partito di Matteo Salvini. "Sono inaccettabili le violenze contro la polizia penitenziaria - ha detto all'AdnKronos, Molteni - È necessario il trasferimento immediato dei detenuti che avevano denunciato gli agenti e che hanno organizzato le rivolte. È necessario il potenziamento dell'organico della polizia penitenziaria per garantire dignità e condizioni di lavoro adeguate. Basta con lo Stato che si arrende ai delinquenti, come successo con le rivolte e le scarcerazioni, basta con i silenzi del ministro Bonafede. Cerchiamo soluzioni". 

“Abolire il reato di tortura per tutelare le forze dell'ordine”

“E’ assolutamente necessario abrogare il reato di tortura - ha affermato invece il questore della Camera dei Deputati, Edmondo Cirielli, a seguito dell'indagine aperta dopo il pestaggio denunciato alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere da una decina di reclusi che ha fatto scattare l’indagine che ha portato a 57 avvisi di garanzia nella polizia penitenziaria - Per come è stato articolato, si tratta di una norma criminogena per le forze dell’ordine, oltre che incostituzionale”. 

“E’ inconcepibile che questi servitori dello Stato debbano difendersi per aver cercato di garantire la sicurezza e la legalità durante le rivolte dei detenuti dei mesi scorsi - aggiunge Cirielli - Introdurre il reato di tortura è stato un grave errore, perché esistono già i reati singoli, con l’aggravante se vengono commessi da pubblico ufficiale. Sono fenomeni marginali, che vanno puniti comunque con un forte aggravamento della pena, ma certo non inventandosi reati assurdi che cambiano la realtà delle cose". "Nessuno vuole cancellare l’idea di tortura né la sua adeguata punizione, ma come accennato, va trasformata in una circostanza aggravante con un pesante aumento della pena. Il Governo invece di preoccuparsi di difendere i delinquenti, inizi a tutelare per legge le nostre forze dell’ordine perché, altrimenti, si sentiranno sempre più demotivate e delegittimate”, conclude Cirielli.

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