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Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Fermata la rivolta in carcere: 8 agenti feriti in 12 ore. "C'è chi soffia sul fuoco..."

Un gruppetto di 50 detenuti aveva occupato il reparto Danubio

Una giornata di inferno nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, ormai da oltre un mese al centro dell’attenzione dopo la prima rivolta dei detenuti (in pieno lockdown) ed il successivo pestaggio denunciato alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere da una decina di reclusi che ha fatto scattare l’indagine che ha portato a 57 avvisi di garanzia nella polizia penitenziaria.

Da Salvini alla doppia rivolta: clima infuocato

Le ultime 72 ore, dalla protesta sui tetti degli agenti all’arrivo del leader della Lega Matteo Salvini fino alla doppia rivolta di venerdì notte e sabato mattina, non hanno fatto altro che aumentare ancora di più la tensione nella struttura detentiva. Dove, stando a quanto appreso da fonti sindacali, alcuni agenti avrebbero rifiutato di bloccare i detenuti perché preoccupati di nuove azioni penali nei loro confronti.

“A Santa Maria c’è qualcuno che soffia sul fuoco”

In questo clima non sorprendono le dichiarazioni del Garante nazionale dei detenuti Mauro Palma che ha sottolineato come “a Santa Maria Capua Vetere la situazione è incandescente e forse qualche responsabilità di chi ha soffiato sul fuoco c’è”. Parole chel, però, rischiando di accendere ancora di più i toni e che Palma, all’AdnKronos, spiega così. "Da un lato continuo a sostenere che dobbiamo mantenere un riconoscimento nei confronti di tutti gli operatori carcerari, in particolare della Polizia penitenziaria che in questo periodo difficile ha garantito la continuità istituzionale; dall'altro lato, devo però dire che se c'è un'indagine in corso su comportamenti scorretti non va presa come un'offesa ma come un elemento di valore. Perché significa che la maggior parte del Corpo agisce correttamente, che possano esserci state condotte che non sono la normalità ma l'eccezione. E l'indagine è un riconoscimento. Certo più discrezione e meno pubblicità riguardo all'operazione di notifica sarebbe stata opportuna", aggiunge Palma. "Quando si mettono in campo queste situazioni poi c'è il rischio che si arrivi a episodi deprecabili come gli atti di violenza contro i lavoratori operati dai detenuti", evidenzia Palma che si tiene in contatto per essere aggiornato sulla situazione. "Ho piena fiducia di come le istituzioni stanno rispondendo".

Rientra la protesta: 8 agenti feriti

Dopo ore di tensione, nel pomeriggio, è rientrata anche la seconda ondata di protesta dei detenuti all’interno del carcere. I circa 50 detenuti che stamattina hanno preso il controllo del reparto Danubio sono tornati nelle proprie celle. Ma il conto resta comunque salato: perché dopo la doppia aggressione (la prima venerdì sera nata con l’incendio appiccato in una cella) da fonti sindacali si apprende che sono stati 8 gli agenti feriti e costretti a ricorrere alle cure mediche in poco più di 12 ore. Nella struttura di Santa Maria Capua Vetere sono arrivate in mattinata due ambulanze per soccorrere i feriti. E danni sono stati fatti anche all’interno del reparto Danubio.

Chiesto il trasferimento dei detenuti coinvolti nella rivolta

Il Vice Capo del DAP, Roberto Tartaglia, ha visitato il reparto dove si erano svolti i disordini e ha incontrato una nutrita rappresentanza di personale di Polizia Penitenziaria che lavora in quel reparto, ascoltando le loro istanze e soffermandosi in particolare sui problemi della struttura e sul lavoro del personale. Successivamente si è svolta una prima riunione alla quale hanno partecipato il Provveditore regionale della Campania, la Direttrice dell’istituto, il Comandante del reparto di Polizia Penitenziaria e i sanitari presenti. Nel frattempo, su disposizione del Capo del Dipartimento Bernardo Petralia, che sta monitorando l’evolversi dei fatti e si sta dirigendo verso l’istituto sammaritano, il Gruppo Operativo Mobile della Polizia Penitenziaria sta inviando oltre 70 unità negli istituti della Campania. Petralia ha inoltre chiesto alla Direzione Generale dei Detenuti e del Trattamento del DAP di disporre l’immediato trasferimento fuori dalla regione dei detenuti coinvolti nei disordini.

Il sindacato: "Dispensare dai servizi interni gli agenti coinvolti nell'indagine"

Il sindacato Sinappe ha avanzato al Vice Capo del Dipartimento ed al Provveditore Regionale "la formale richiesta di dispensare dai servizi interni di sezioni e dalle attività direttamente connesse ai compiti di istituto tutto il personale coinvolto nella vicenda giudiziaria. Una richiesta a tutela del personale, a garanzia della serenità lavorativa di ogni singolo operatore. Non è oltremodo sostenibile che l'Amministrazione Penitenziaria, dopo quanto accaduto, possa accampare l'argomentazione dell'esigenza di servizio e non riflettere sul clima persecutorio e di inquisizione che si è creato all'interno del carcere sammaritano in danno del personale. I poliziotti penitenziari, oggetto di esposto in Procura, dovrebbero continuare a lavorare in sezione? Una follia. Nell'assordante, irritante ed imbarazzante, silenzio del Guardasigilli Bonafede".

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