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Cronaca Castel Volturno

Rivali dei Casalesi a suon di spari e pestaggi: torna libero uno dei 'nuovi' ras

Il Riesame annulla l'ordinanza di custodia cautelare per Marano

Libero Luigi Marano per carenza di gravi indizi di colpevolezza. È quanto stabilito dalla Dodicesima Sezione del Riesame del Tribunale di Napoli presieduta dal giudice Luigi Esposito che ha accolto l'istanza presentata dal difensore di Marano, l'avvocato Ferdinando Letizia, che ha sgretolato l'impianto accusatorio a carico dell'indagato, ritenuto uno dei componenti del gruppo criminale che si era posto come apparente antitesi al clan dei Casalesi sul territorio di Castel Volturno adoperando la politica del terrore.

Luigi Marano è stato coinvolto nell'inchiesta dei carabinieri del Reparto Territoriale di Mondragone coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia ed è stato uno dei destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari Giovanni Vinciguerra del Tribunale di Napoli oltre a Antonio 'mezzan' Fucci, Giovanni Piscopo, Giovanni Arno, Ciro Castaldo, Ciro Piscopo accusati a vario titolo dei reati di estorsione, rapina, sequestro di persona con l'aggravante di aver agito con metodo mafioso ponendosi sul territorio di Castel Volturno in contrapposizione con gli affiliati del clan dei Casalesi al fine di affermare la loro egemonia.

Dall'attività investigativa dei carabinieri avviata nel settembre 2021 emerse che il novello clan camorristico nacque dalla missione da compiersi di Antonio Fucci ovvero affermarsi sul territorio Castellano come nuovo capo di un gruppo che doveva incutere timore nella popolazione avvalendosi della forza di intimidazione al fine di intimorire le vittime. Una folle missione da compiersi a seguito del decesso del figlio Francesco, morto in un incidente stradale di cui apprese che il conducente dell'auto avrebbe assunto stupefacenti (il legale del conducente ci ha riferito che il suo assistito non è mai stato assuntore di droga o alcool come non ha assunto alcuna sostanza il giorno dell’incidente. A dimostrazione di ciò al suo cliente è stato contestato solo il reato di omicidio stradale, senza l'aggravante, atteso che il droga-test e l'alcool-test hanno dato entrambi esito negativo).

Da lì la follia di impiegare parte del ristoro assicurativo conseguente al decesso del figlio pari a circa un milione di euro per la gestione delle piazze di spaccio. L'egemonia veniva affermata senza lesinare la violenza o l'uso delle armi come la prova delle pistole in strada o i sequestri di persona a scopo punitivo o ancora i danneggiamenti ad esercizi commerciali. Un proposito visionario nel quale trascinò le persone a lui più vicine come amici e familiari e proprio da alcuni di essi come il genero Giovanni Piscopo venne tradito.

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