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Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Botte tra fratelli in casa, ecco la sentenza d'Appello

Vincenzo ed Alberto si erano denunciati a vicenda

Si riempirono di botte nella loro casa a Santa Maria Capua Vetere il 9 gennaio 2010. Entrambi erano accusati di lesioni e in primo grado vennero condannati a sei mesi di carcere ad Alberto Russo ed a tre mesi di carcere a Vincenzo Russo. Ieri, dopo una camera di consiglio i giudici del collegio della Terza Sezione della Corte di Appello di Napoli presieduto da Giovanni Carbone hanno pronunciato una sentenza che forse in pochi si aspettavano: assoluzione perché il fatto non costituisce reato. Per entrambi. Una sorta di colpo di scena che ha fatto contenti tutti, pur non dando ragione a nessuno. Nel corso del lungo dibattimento di primo grado infatti, tra perizie, certificati medici e testimonianze, i due fratelli si sono sempre incolpati a vicenda. L’uno cercava di dimostrare di essere la vittima dell’altro e di aver risposto all’aggressione solo per difesa. Anzi. Il pubblico ministero in primo grado nella sua requisitoria aveva chiesto la condanna per rissa coinvolgendo anche altri familiari che erano stati addirittura imputati anch’essi. Ma il Tribunale sammaritano  aveva riqualificato il reato contestato in quello di lesioni volontarie. Ma ieri la tesi della difesa  di Russo Vincenzo rappresentata dagli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo e la difesa di Russo Alberto rappresentata dagli avvocati Vincenzo Alesci ed Enrico Monaco hanno visto condividere la loro tesi dalla Corte di Appello rispetto alla Pubblica Accusa che aveva chiesto la conferma della condanna di primo grado.

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