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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Aversa

Risarcimento 'bloccato' dal giudice che l'ha arrestata: svolta in Cassazione per 49enne

Per la Suprema Corte l'essersi avvalsa della facoltà di non rispondere non incide sull'indennizzo. La palla torna in Appello

Era stata accusata di associazione finalizzata al traffico illecito di droga (fu arrestata nel 2010 con altre 16 persone, per una presunta gang legata ai Casalesi) ma poi fu assolta con sentenza del Giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Napoli del 28 febbraio 2011, sentenza diventata irrevocabile il 4 aprile 2014.

Nel frattempo però G. F., 49enne di Aversa, è stata in carcere per circa 20 giorni e poi agli arresti domiciliari per oltre 4 mesi. La donna fu assolta non essendo certa la sua identità nelle intercettazioni in cui si fa riferimento ad una tale "Scellona" o "Tiziana" che avrebbe aiutato una coppia nel confezionamento della droga e che venne inizialmente individuata nella 49enne.

Ma nel giudizio per la riparazione dell'ingiusta detenzione il giudice della Corte d'Appello - lo stesso che da gip aveva disposto l'arresto della ricorrente - ha respinto la domanda di risarcimento. Provvedimento che è stato impugnato in Cassazione dal legale della 49enne, l'avvocato Roberto Barbato, che ha ottenuto l'annullamento con rinvio degli atti ad una nuova sezione della Corte d'Appello di Napoli che ora dovranno decidere sul danno patito dalla donna per i 4 mesi di detenzione ingiustamente scontati.

Per la Suprema Corte, "l'esercizio da parte dell'imputato della facoltà di non rispondere non incide sul diritto alla riparazione. Pertanto - scrivono i giudici - non può più tenersi conto, quale causa ostativa all'indennizzo, del silenzio serbato dall'imputato in sede di interrogatorio. Di qui la fondatezza, sia pure intervenuta ex post, dei motivi di lagnanza sul punto, essendo il provvedimento di rigetto incentrato su tale aspetto".   

Va detto che nel giudizio di riparazione, la Corte d'Appello ha evidenziato anche gli esiti di indagini precedenti che avevano portato all'arresto nel 2006 della donna per detenzione di cocaina. Procedimento che si è chiuso anche questo con un'assoluzione e per il quale - nel 2014 - è stato riconosciuto un indennizzo da 65mila euro per ingiusta detenzione.

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