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Cronaca

Viene denunciato dal vicino di casa, il prefetto gli revoca il porto d’armi

Il Tar conferma la linea della Prefettura: l’assoluzione non basta per fargli riavere il fucile

Un litigio col vicino di casa con una successiva denuncia per i reati di minaccia grave e lesioni personali, è costata ad un casertano anche la revoca del porto d’armi disposta dal prefetto di Caserta. Ed a nulla è valsa la sentenza di assoluzione ed il successivo ricorso al Tar Campania per ottenere il “lasciapassare” per il fucile. Perché nella sentenza emessa dalla Quinta sezione del tribunale amministrativo (presidente Maria Abruzzese) viene ritenuta “valida” la pericolosità dell’uomo, considerato avvezzo al litigio. 

“La conferma del divieto in questione - si legge nella sentenza - risulta adeguatamente motivata, all’esito di una completa e coerente istruttoria, avendo l’autorità di P.S. dato conto della sussistenza dei presupposti di legge legittimanti la misura contestata, stigmatizzandosi, in particolare, a prescindere dal rilievo penale della condotta, il comportamento del ricorrente, per nulla eliso nella sua materialità dalla ricostruzione dei fatti risultante dalla sentenza di assoluzione, che ha lasciato emergere una personalità, nell’occasione, irrispettosa dell’ordine costituito. Ed invero, da un lato, il richiedente è stato assolto perché il fatto non sussiste solo in relazione al reato di violenza privata, laddove la non punibilità dei reati di minaccia grave e lesione personale è stata legata alla particolare tenuità del fatto, di talché non risulta eliso il fatto storico nella sua dimensione materiale; dall’altro, i fatti in questione, anche prescindendo dalla loro rilevanza penale, hanno comunque fatto emergere un comportamento violento e aggressivo del ricorrente nei confronti del suo vicino, di talché non potrebbe escludersi che il clima di conflittualità - che anche alla luce delle dichiarazioni testimoniali sembra confermato o comunque non certo superato - continui a rappresentare fonte di livore, suscettibile di esasperarsi col tempo, in presenza di possibili ulteriori diverbi tra gli interessati”.

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