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Cronaca

La Dia e la Terra dei Fuochi: il triste record negativo di Caserta e Napoli

Gli investigatori seguono con attenzione l’emergenza dei roghi di rifiuti

C’è anche il delicato tema dell’emergenza roghi tra le pagine della relazione semestrale della Dia sulle organizzazioni criminali. Dagli atti emerge, richiamando il Rapporto di Legambiente presentato l’11 dicembre 2020, che la Campania si conferma il territorio in cui si commettono più reati ambientali.

In particolare nella cosiddetta “Terra dei fuochi”, il territorio compreso tra le province di Caserta e Napoli (litorale domitio, agro aversano-atellano ed agro acerrano-nolano-vesuviano) “un tempo tra le zone più fertili d’Italia ma oggi emblema di un estremo degrado ambientale legato allo smaltimento illegale dei rifiuti” si legge nella relazione della Dia.

Il fenomeno è stato oggetto di studio, frutto di un accordo di collaborazione scientifica della durata di 4 anni tra l’Istituto Superiore di Sanità e la Procura della Repubblica di Napoli Nord a conclusione del quale, nel mese di dicembre, è stato presentato il rapporto finale. L’analisi illustra l’impatto sanitario degli smaltimenti controllati e abusivi di rifiuti compresi quelli pericolosi e delle combustioni, incontrollate mettendo in connessione le stime di rischio ambientale con i dati sanitari relativi all’incremento di alcune gravi patologie.

In particolare “l’area oggetto dell’indagine riguarda il territorio dei 38 Comuni del Circondario della Procura di Napoli Nord, 34 dei quali rientrano nella definizione “Terra dei Fuochi” della legge 6/2014 con una superficie totale di 426 km quadrati. Su questa area, in base ai dati raccolti disponibili al gennaio 2017, sono stati registrati 2.767 siti interessati da smaltimento controllato o abusivo di rifiuti, anche pericolosi, in 653 dei quali risultano anche avere avuto luogo combustioni illegali…”.

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