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Cronaca

Ecco la nuova mappa della camorra nel casertano | LA FOTO

Dalla relazione della Dia emerge che la presenza dei clan è ancora forte. Dall'agro aversano a San Felice a Cancello, passando per Mondragone, Sessa e Santa Maria Capua Vetere: gli eredi dei boss continuano ad imporre la loro presenza

Mentre a Napoli ci sono tanti "piccoli eserciti", sovente formati da ragazzi sbandati, senza una vera e propria identità storico-criminale che si sono impadroniti del territorio, in provincia di Caserta continua ad essere forte la presenza delle organizzazioni criminali strutturate e facenti capo alle vecchie famiglie camorristiche. E’ quanto emerge dalla relazione semestrale della Direzione nazionale antimafia (prima metà del 2017), trasmessa oggi alla Camera.

Il territorio della provincia di Caserta, sostengono gli inquirenti, risulta spiccatamente segnato dalla presenza del cartello dei Casalesi, composto dalle famiglie Schiavone, Zagaria, Iovine (il cui capoclan Antonio è collaboratore di giustizia) e Bidognetti, al quale risultano confederate numerose altre organizzazioni camorristiche locali.
Il cartello in parola è stato, tuttavia, oggetto di una progressiva trasformazione, intervenuta per effetto delle numerose scelte collaborative di elementi di primo piano, che hanno svelato dinamiche interne e strategie operative dei Casalesi. La pressione estorsiva esercitata testimonia, comunque, il permanere di una salda forza associativa sul territorio, mentre sul piano delle relazioni esterne il clan conferma la sua attrattiva per faccendieri, imprenditori e amministratori locali.

La fazione Schiavone continua a detenere la supremazia sul territorio, grazie alla fedeltà dei gruppi satellite e ad una salda leadership. Recenti indagini hanno fatto emergere la spiccata proiezione del clan verso gli appalti pubblici ed il settore del gioco online, avvalendosi delle confederate famiglie Russo e Venosa, quest’ultima - a conferma del cambiamento delle strategie dei Casalesi - attiva anche nella gestione e nel controllo diretto delle piazze di spaccio del casertano.

La fazione Zagaria, ben strutturata e solida sul territorio, mantiene una vocazione imprenditoriale, agevolata dai consolidati rapporti con le pubbliche amministrazioni, non solo casertane.


La fazione Bidognetti opera nell’area di Parete e Lusciano, condizionandone il tessuto economico attraverso l’attività estorsiva, risorsa primaria per il sostentamento degli affiliati all’organizzazione criminale, oltre che strumento per il radicamento del clan e dei gruppi satelliti sul territorio.

Nella provincia operano altri sodalizi autonomi rispetto ai Casalesi, quali il gruppo Belforte, originario di Marcianise e attivo, anche attraverso gruppi satellite, nei comuni di San Nicola la Strada, San Marco Evangelista, Casagiove, Recale, Macerata Campania, San Prisco, Maddaloni e San Felice a Cancello. Si tratta di un territorio caratterizzato da importanti realtà industriali e commerciali, dove i Belforte rappresentano una delle compagini criminali più radicate e in grado di sfruttare, per i propri scopi illeciti, anche operatori economici compiacenti.

Nel medesimo contesto marcianisano operano anche gruppi familiari più piccoli, quali il clan Menditti (presente a Recale ed a San Prisco) e il gruppo Bifone, attivo nei centri di Portico di Caserta, Casapulla, Curti, Casagiove, Macerata Campania e San Prisco. Nel comprensorio di Santa Maria a Vico, Arienzo e San Felice a Cancello, è attivo il clan Massaro.

Nel corso del semestre, proprio l’amministrazione comunale di San Felice a Cancello è stata oggetto di scioglimento per infiltrazioni mafiose. La proposta di scioglimento avanzata dal Ministro dell’Interno (datata 10 maggio 2017) evidenzia come nell’Ente siano emersi “gravissimi e reiterati fenomeni corruttivi tali da costituire un vero e proprio «sistema illegale» caratterizzato dal costante asservimento delle risorse pubbliche al tornaconto personale di esponenti dell’apparato politico e burocratico dell’ente in un contesto inquietante di commistione con gli interessi delle consorterie localmente egemoni”.

Continuando con la descrizione della presenza criminale in quest’area, Sessa Aurunca e Mondragone risultano appannaggio dei Gagliardi-Fragnoli-Pagliuca, eredi della famiglia La Torre, legati ai Bidognetti e dediti prevalentemente a traffici di stupefacenti e alle estorsioni. Sempre a Sessa Aurunca e nei comuni di Cellole, Carinola, Falciano del Massico e Roccamonfina, l’indebolimento del clan Esposito, detto dei ‘Muzzuni ha, da tempo, determinato l’emersione di piccoli gruppi, molto eterogenei, dediti alle estorsioni e al traffico ed allo spaccio di stupefacenti. A Santa Maria Capua Vetere sono presenti il gruppo Del Gaudio (Bellagiò) e l’antagonista Fava, significativamente indebolito dopo la scelta collaborativa di uno dei reggenti.

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