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Cronaca Lusciano

Rapina di camorra al 'Lido Verde', confermata condanna in Cassazione

Vassallo aveva chiesto uno sconto di pena che non è stato riconosciuto dai giudici

La Corte di Cassazione conferma la condanna per rapina, aggravata dal metodo mafioso, nei confronti di Luciano Vassallo, 34enne arrestato nel novembre del 2019 dai militari del Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Aversa unitamente ai Carabinieri di Villa Literno che diedero esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli. Vassallo fu ‘incastrato’ dopo una lunga indagine dopo una rapina al ‘Lido Verde’ di Castel Volturno avvenuta il 21 luglio del 2019. Vassallo avrebbe minacciato i titolari con una pistola durante una festa sul lido e ottenuto 1000 euro. Secondo l’accusa Vassallo avrebbe detto “sono di Lusciano, ora comandiamo noi”.

Ad incastrare Vassallo, che vanta parentele nel clan dei Casalesi, non ci sono state però solo le denunce di alcuni presenti e dei titolari del lido. Spunta, infatti, una seconda inchiesta proprio sul sodalizio camorristico. Nell’ambito dell’indagine condotta dai carabinieri alcune persone intercettate parlano dell’episodio della discoteca ribadendo come Vassallo “è andato da solo sul Lido a Castel Volturno” ed ha combinato “un inferno, picchiando le persone, staccando la musica del dj e mettendo anche le mani addosso al padre” del titolare, una “persona di 65 anni”.

Lo scorso 25 ottobre 2021 la Corte di appello di Napoli confermava la condanna per rapina e per questo motivo Vassallo decise di ricorrere in Cassazione. Per gli ermellini però il ricorso è inammissibile. Vassallo fu prima condannato a 6 anni di reclusione e 1800 euro di multa, aumentata a 8 anni di reclusione e 2500 euro di multa per l’aggravante mafiosa. Fu poi diminuita per il rito abbreviato a 4 anni di reclusione ed 1.200 euro di multa. Vassallo riteneva, attraverso il suo avvocato, di avere diritto, per le ‘circostanze attenuanti generiche’ ad una pena ancora più ridotta ma per il giudice “il limitato scostamento dai limiti edittali di pena irrogabili nel minimo, consente di ritenere del tutto giustificata e sufficientemente motivata la statuizione sanzionatoria avuto riguardo alla rilevata gravità del fatto”.

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