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Cronaca Castel Volturno

Rapina in discoteca, incastrato dagli amici indagati per camorra

Le intercettazioni confermano il raid al lido durante la festa: "Ha combinato un inferno"

"Sono di Lusciano, ora comandiamo noi". E' questa la frase pronunciata da Luciano Vassallo, il 31enne arrestato venerdì dai militari del Nucleo Investigativo di Aversa con l'accusa di rapina e porto illegale di una pistola all'interno di una discoteca di Castel Volturno, reati aggravati dal metodo mafioso.

I fatti si sono verificati lo scorso mese di luglio quando Vassallo cercò di entrare ad una festa presso uno stabilimento balneare senza essere stato invitato. Nel corso della sua irruzione ebbe un atteggiamento violento sia nei confronti dei buttafuori del locale sia verso le persone presenti e concludendo la serata portandosi via la somma di 1000 euro asportata dalla cassa dell'attività. 

Ma c'è di più. Ad incastrare Vassallo, che vanta parentele nel clan dei Casalesi, non ci sono solo le denunce di alcuni presenti e dei titolari del lido. Spunta, infatti, una seconda inchiesta proprio sul sodalizio camorristico. Nell'ambito dell'indagine condotta dai carabinieri alcune persone intercettate parlano dell'episodio della discoteca ribadendo come Vassallo "è andato da solo sul Lido a Castel Volturno" ed ha combinato "un inferno, picchiando le persone, staccando la musica del dj e mettendo anche le mani addosso al padre" del titolare, una "persona di 65 anni".

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