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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Casal di Principe

Interdittiva antimafia all'azienda dei rifiuti Balestrieri Appalti

Rimossa dalla 'white list' dalla Prefettura di Napoli: stop alla raccolta dei rifiuti a Casal di Principe

Interdittiva antimafia alla Balestrieri Appalti. Un 'dramma', soprattutto in questo periodo estivo, per i tanti Comuni che si erano affidati a questa azienda per il servizio di raccolta dei rifiuti. Tra questi c'è anche il Comune di Casal di Principe con il sindaco Renato Natale che ha comunicato che "a seguito di intervenuta interdittiva antimafia a carico dell'azienda incaricata del servizio di raccolta dei rifiuti, l'Amministrazione Comunale ha dovuto interrompere i rapporti con detta azienda, e provvedere, con ordinanza sindacale, ad incaricarne un'altra in attesa della definitiva conclusione delle operazioni di Gara, in svolgimento presso il Provveditorato alle Opere Pubbliche di Caserta, per l'affidamento triennale del servizio. Il passaggio di cantiere avverrà nello spazio di qualche settimana e dal 1 Agosto dovrebbe essere operativo il nuovo gestore. Chiediamo scusa ai cittadini se nel frattempo possano determinarsi disservizi; assicuriamo comunque il costante impegno del Sindaco dell'assessorato all'ambiente e di tutta l'amministrazione per ridurre al minimo i possibili disagi della popolazione".

La Balestrieri appalti srl, società con sede a Gragnano operante nel settore della gestione della raccolta dei rifiuti solidi urbani e appartenente alla stessa holding che controlla Tekra (la Balestrieri holding, n.d.r.), è stata rimossa dalla white list della Prefettura di Napoli a seguito di un’interdittiva antimafia. In questa lista vengono registrate le imprese che operano in settori considerati ad alto rischio di infiltrazione mafiosa, come per appunto il trattamento dei rifiuti urbani, ma delle quali si certifica il loro essere ‘pulite’, col vantaggio per gli iscritti di non dover richiedere la certificazione antimafia per poter partecipare alle gare d’appalto pubbliche o comunque per lavorare con amministrazioni ed enti pubblici, o con società private concessionarie di opere pubbliche.

Il diniego della Prefettura di Napoli, deciso lo scorso 21 maggio, parrebbe scaturire, come ricostruiscono le cronache locali, dalle risultanze investigative inoltrati ai funzionari della prefettura partenopea. 

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