Qatargate, no all'estradizione dell'europarlamentare Cozzolino: chiesti nuovi atti a giudice belga
La sezione misure di prevenzione di Napoli ha accolto tutte le eccezioni sollevate dalla difesa tra relazioni generiche e mandato interno 'inesistente'. Nuova udienza a maggio
No, almeno per ora, all'estradizione dell'europarlamentare Andrea Cozzolino, eletto in quota Pd nella circoscrizione Italia Meridionale (in cui rientra anche la Provincia di Caserta) e indagato dalla Procura Federale Belga per il cosiddetto "Qatargate" sulla presunta corruzione del Qatar al Parlamento europeo.
La sezione misure di prevenzione della Corte d'Appello di Napoli, presieduta dal giudice Rosa Caturano (a latere Furio Cioffi e Gabriella Gallucci) ha accolto tutte le argomentazioni della difesa, rappresentata dall'avvocato casertano Dezio Ferraro, e deciso un rinvio ad inizio maggio, chiedendo alla Procura Federale belga una serie di atti che sarebbero risultati mancanti o generici ai fini dell'estradizione.
In particolare, la Corte - accogliendo tutte e tre le eccezioni sollevate dalla difesa di Cozzolino - ha richiesto un'ulteriore relazione carceraria individualizzata in quanto quella a disposizione era, ad avviso della difesa generica. Richiesti al giudice Belga Michael Claise anche chiarimenti sulle attività istruttorie da compiersi relativamente al mandato di arresto europeo, su cui è stata sollevata eccezione di genericità. Infine è stato richiesto il mandato interno di cui la difesa di Cozzolino non sarebbe a conoscenza e qualora dovesse rivelarsi 'inesistente' tutta la procedura rischierebbe di saltare.
Secondo l'accusa, Cozzolino sarebbe pienamente coinvolto nello scandalo 'Qatargate' venendo tirato in ballo dalle confessioni di Antonio Panzieri, considerato il deus ex machina della rete del Qatargate e che ha patteggiato la pena. Cozzolino, secondo i documenti, avrebbe ricevuto soldi e regali dal Marocco, in particolare, dall'ambasciatore maghrebino in Polonia, Abderrahim Atmoum.
