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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Capua

Spacciatore 'rivale' picchiato in diretta: "Ha capito che doveva avere 7-8 buffi"

Le intercettazioni sulla banda di Claudio Monaco fotografano il ruolo di leader: pusher puniti e sostegno ai detenuti

Claudio Monaco era il capo indiscusso dei pusher del Rione Santagata di Capua. E' quanto emerge dall'inchiesta dei carabinieri che ha portato all'arresto di Monaco ed altre 10 persone (tra cui suo fratello Roberto ed i figli della compagna Fabio e Davide Mandesi). 

Un ruolo di primo piano confermato dal suo atteggiamento nei confronti degli altri sodali alcuni dei quali sarebbero stati addirittura puniti con un "taglio" della droga da spacciare se andavano contro le decisioni del capo. "Se sto fermo io stanno fermi tutti quanti", si sente in una delle intercettazioni finite nell'ordinanza. Una leadership conquistata mantenendo i suoi collaboratori quando erano in carcere o anche organizzando pestaggi agli spacciatori rivali. 

Gli inquirenti intercettano i commenti dopo un pestaggio appena avvenuto: "l'ha capito che doveva avere 7-8 buffi", dicono. "Hai visto come gli ho detto - dice Monaco - ti abbiamo vestito dalla testa ai piedi, quando è uscito tuo padre volevi fare la carta da tre. Tu volevi fare la carta da tre, ti pensai che era uscito Totò Riina ... Quallo già sapeva che doveva essere picchiato".

E al pusher rivale si ipotizzano anche attentati ai danni della salumeria di famiglia: "Gli lanciamo una crisomm e gli buttiamo la serranda a terra". Ipotesi che il capo rifiuta perché "facciamo mettere paura alla gente anziana. Io l'aggancio dietro alla macchina e me la porto la serranda". 

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