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Cronaca Mondragone

Protezione revocata, testimone dell'omicidio diventa irreperibile

Le sue dichiarazioni hanno permesso di far luce sull'omicidio di Giovanni Invito ma per la commissione è "ibrido". Colpo di scena al processo

Protezione revocata: il testimone dell'omicidio è irreperibile. È l'ennesimo colpo di scena verificatosi nel corso dell'udienza celebrata dinanzi alla Corte d'Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Roberto Donatiello, nel processo per l'omicidio di Giovanni Invito, avvenuto il 17 ottobre 2007 a Mondragone per mano di Mario Camasso e Michele Degli Schiavi, entrambi imputati.

Il testimone chiave del processo Antonio Invito, cugino della vittima, si è reso irreperibile dal 27 settembre non appena appresa la notizia della revoca del suo status di testimone di giustizia poiché ritenuto dalla commissione centrale una 'figura ibrida'. Una irreperibilità che ha fatto saltare il processo. Eppure il contributo di Antonio Invito fu prezioso per la riapertura delle indagini ad opera della Procura di Santa Maria Capua Vetere a 15 anni di distanza dall'efferato delitto che si consumò il 17 ottobre 2007 in via Duca degli Abruzzi a Mondragone.

Invito, infatti, si fece depositario di una confessione resa da Michele Degli Schiavi che attribuiva a sé e a Mario Camasso la paternità dell'omicidio. Una dichiarazione quella del teste ora irreperibile che contribuì a delineare lo scenario del cruente delitto.

Si trattò di un omicidio premeditato dove la morte di Giovanni Invito sarebbe stata la conseguenza di un torto subito. Erano le 23 circa del 17 ottobre 2007 quando i due imputati secondo la ricostruzione della Procura a bordo di uno scooter raggiunsero la vittima in via Duca degli Abruzzi e lo freddarono con 5 colpi di arma da fuoco. Nell'immediatezza del delitto le indagini si concentrarono su Camasso e Degli Schiavi individuati come responsabili dell'omicidio ma il procedimento subì una battuta d'arresto per assenza di sufficienti indizi. Nel 2020 ci fu la riapertura delle indagini ad opera dei carabinieri del Reparto Territoriale di Mondragone esitata con l'arresto nel luglio scorso dei due imputati.

Elementi utili alla riapertura sono stati oltre alle dichiarazioni del cugino della vittima anche del collaboratore di giustizia Giovanni Cascarino che raccontò agli inquirenti di aver appreso direttamente da Mario Camasso poco dopo l'omicidio del suo interessamento nel fatto di sangue. Altro elemento peculiare per la riapertura delle indagini fu una intercettazione in cui Mario Camasso si accordò con una donna poiché gli fornisse un finto alibi.

Non sono mancati momenti di tensione tra gli imputati ed i familiari della vittima quando dalle sbarre a gran voce Mario Camasso e Michele Degli Schiavi professavano la loro innocenza. Si torna in aula la fine del mese di ottobre per l'escussione del teste irreperibile per il quale il sostituto procuratore Armando Bosso ha richiesto l'accompagnamento coatto. Nella difesa sono impegnati gli avvocati Francesco Liguori e Nicola Alessandro D'Angelo per gli imputati; Ignazio Maiorano per le costituite parti civili.

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