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Cronaca Villa di Briano

Riti voodoo per costringerle a prostituirsi: preso il figlio della ‘sacerdotessa’

Una ragazza denuncia tutto dopo che i malefici sono stati annullati da un “Oba”

Andava ad accogliere le ragazze nigeriane sbarcate coi barconi a Lampedusa, poi le faceva arrivare a Napoli ed infine le ‘affidava’ alla sua fidanzata che le faceva prostituire e le ‘controllava’. Non prima di aver praticato riti voodoo che obbligavano le ragazze a sottomettersi.

Il figlio della 'sacerdotessa'

E’ quanto hanno scoperto i carabinieri di Forì che hanno arrestato un 34enne nigeriano a Villa di Briano, figlio di una ‘sacerdotessa’ che praticava i riti malefici. L’uomo è un irregolare in Italia: aveva fatto richiesta di asilo a Milano, ma la sua domanda era stata rigettata ed era rimasto poi clandestino in Italia, trovando nascondiglio a Villa di Briano. Il 34enne è finito in manette insieme alla fidanzata e ad un italiano dell’Emilia Romagna che portava le prostitute a "battere" ad una ventina di chilometri da casa, provvedeva al loro sostentamento, interveniva per rendere più “credibili” le minacce della tenutaria delle due prostitute in caso di litigio.

La vittima in pigiama dai carabinieri

L’indagine è iniziata lo scorso marzo, quando una donna, in pigiama, ciabatte e graffi sul viso si presenta piangendo al comando dei carabinieri di corso Mazzini a Forlì. La donna, oggi 22enne, vuota subito il sacco, al termine di un aspro litigio nell'abitazione condivisa con l'altra ragazza e la sua “maitresse”, connazionale di 29 anni, in regola in Italia. I carabinieri fanno immediatamente irruzione in quella casa e trovano tutto l'armamentario della prostituzione, dai preservativi all'abbigliamento. La nigeriana sospettata di gestire il “giro” (definita dalle ragazze “my boss”) viene subito arrestata in flagranza di reato. Pochi giorni dopo, invece, scatta l'arresto per un 59enne, disoccupato forlivese.

La maledizione 'bloccata'

Le accuse mosse sono gravissime: riduzione in schiavitù e e tratta di persone aggravata dallo sfruttamento della prostituzione. “Questa ragazza ha trovato il coraggio di venire a denunciare, questo ha permesso l'arresto dei presunti sfruttatori, e ha posto lei e la sua amica in un programma di tutela e protezione”, spiega il tenente Francesco Grasso, comandante reggente della Compagnia di Forlì, a ForlìToday. Perché ha trovato il coraggio, dopo due anni di sfruttamento? Pochi giorni prima dalla Nigeria giunge la notizia che un “oba”, un'autorità religiosa del suo popolo (gli “edo”), emana un editto che dichiara “illegali” questi riti vudù. Per gli analisti delle vicende africane è il “libero per tutti” per migliaia di nigeriani tenuti  sotto scacco da loro connazionali senza scrupoli, una delle principali leve per tenere le vittime soggiogate anche all'estero.

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