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Cronaca

Ospedale di Caserta, dopo l'emergenza resta il super lavoro: punte di oltre 150 accessi al Pronto soccorso

I pazienti aumentano data la chiusura di Maddaloni, la Cisl: "Serve più personale"

Nonostante la pandemia da coronavirus sia diminuita e, con essa, anche il numero delle persone a rischio da prendere in cura, al Pronto soccorso dell'azienda ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta la mole di lavoro per il personale resta molto alta. Per questo motivo la Cisl di Caserta torna a chiedere un rafforzamento delle presenze per poter gestire punte di oltre 150 accessi al giorno che mettono a rischio sia i pazienti che il personale sanitario, non essendosi un numero adeguato per poterli accogliere. 

Il pronto soccorso dell’Azienda Ospedaliera è così fortemente sovraccaricato anche in virtù della chiusura di quello di Maddaloni che  raccoglieva una fetta importante di popolazione che arrivava anche dalla provincia di Benevento. L’area del pronto soccorso è una struttura centralisima all’emergenza di tutta la provincia: quello di Caserta è infatti l’unico ospedale che raccoglie tutte le specialistiche, si ricomincia quindi con punte altissime, anche 160 accessi giornalieri e questo mette ovviamente ancor più in sofferenza l’organico che attualmente è composto da sole sei unità infermieristiche.

Della Rocca e Cristiani cisl caserta-2

“E’ proprio questo il momento di rilanciare l’azienda ospedaliera di Caserta – sottolineano in una nota Nicola Cristiani, segretario provinciale Cisl con delega alla Sanità, e Franco Della Rocca, segretario generale della Funzione Pubblica - gli infermieri del Pronto soccorso sono effettivamente in super lavoro. Hanno affrontato tre mesi durissimi di emergenza stretta senza mai aver ricevuto l’apporto di nuovo personale, per giunta con la delusione non di poco conto di sentirsi abbandonati e dimenticati da parte della Regione e del Governo centrale. La Cisl Caserta chiede quindi alla Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliera di rivedere le strutture ambientali per il potenziamento degli organici di lavoro che insistono nei vari reparti, e in particolare riorganizzarsi proprio a partire dal pronto soccorso in quanto i vari percorsi differenziati possono ora risultare ristretti e poco efficaci per affrontare la nuova affluenza”.

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