Furti negli scavi archeologici: a processo 14 tombaroli
Sono accusati di aver asportato statuette, monete e vasellame dalle aree di Pompei e Paestum
Scavi archeologici clandestini, tra Pompei e Paestum, e rivendita dei reperti. Per questo sono finiti sotto processo 14 tombaroli, accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata all'impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato e ricettazione.
Il procedimento penale si celebrerà a settembre dinanzi al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Sono alla sbarra Rosa Balzano, 67enne di Pompei; Michele Bifulco, 52enne di Casal di Principe; Raffaele Izzo, 37enne di Pompei; Michele Messina, 65enne di Gragnano; Ovidio Migliozzi, 88enne di Carinola; Michele Sorrento, 68enne di Capaccio; Candido Augusto Savarese, 77enne di Sant'Antonio Abate; Giovanni Valente, 35enne di Mondragone; Luigi Busiello, 47enne di Sparanise; Sergio Castaldo, 64enne di Pozzuoli; Costantino Coia, 50enne di Sessa Aurunca; Luigi Petrone, 35enne di Mondragone; Domenico Migliozzi, 55enne di Sparanise; Salvatore Di Rauso, 49enne di Curti.
Tra le accuse mosse quella di essersi impossessati o di aver acquistato, consapevoli della provenienza illecita, monete, statuette e vasellame trafugato dalle aree archeologiche campane. Nel collegio difensivo fanno parte gli avvocati Paolo Di Furia, Antonio Tommasino, Gennaro Caracciolo, Leonardo Lombardi, Pietro Ronga ed Ignazio Maiorano.